Carlo Simoncini: meglio più candidati che decisioni nelle segrete stanze del Pd.

Su Bergamonews.it  Carlo Simoncini ha risposto alla dichiarazione Roberto Bruni che auspicava un candidato unico del Pd in vista delle primarie per i candidato sindaco di Bergamo:

“mi permetto di esprimere un garbato dissenso nei confronti delle dichiarazioni di Roberto Bruni a proposito delle candidature alle prossime elezioni amministrative. A mio parere, democrazia vorrebbe che alle primarie si presentasse il più alto numero di candidati della coalizione di centrosinistra. Se il Pd presentasse un candidato unico, l’esito delle primarie sarebbe già scontato in partenza, data la forza elettorale del Pd rispetto alle altre possibili forze della coalizione. Pertanto sarebbero primarie apparenti, solo di facciata. E poi come verrebbe scelto il candidato unico del Pd? Con “preprimarie”? O, come è facilmente prevedibile, nelle segrete stanze delle sacrestie di partito? Con tanti saluti alla partecipazione popolare. Del resto anche alle primarie nazionali di coalizione dello scorso anno parteciparono tre candidati del Pd: Puppato, Bersani e Renzi”

Carlo Simoncini

Bergamo: Tangenti e politica: quanti silenzi

dal Corriere.it

Il dibattito che non c’è.

La questione morale a Bergamo non è mai in agenda. Riemerge come un fiume carsico l’inchiesta sulle tangenti per la discarica di Cappella Cantone, con tutte le implicazioni sul sistema di potere di Formigoni che ha riguardato da vicino una parte significativa della classe dirigente cittadina. Si riaccendono i riflettori sulle accuse all’ex assessore Moro e il ritorno di fiamma non è banale, se sotto inchiesta è finito perfino l’avvocato del Comune. Eppure non ci pare di assistere, come sarebbe lecito attendersi, al benché minimo cenno di dibattito politico e pubblico. Qui non si tratta, e con ciò preveniamo da subito le obiezioni del partito dei garantisti (a cui peraltro ci iscriviamo volentieri d’ufficio), di anticipare le sentenze. Ma di discutere apertamente se un certo modo di fare affari e di fare politica era (è) sano o malato e se possiede gli anticorpi per rigenerarsi. E dire che gli spunti non mancano.

La lunga e interessante intervista rilasciata dall’imprenditore Pierluca Locatelli a L’Eco di Bergamo , per esempio, ne offre parecchi. Locatelli è l’uomo chiave di entrambe le inchieste citate. E oggi ci spiega, in estrema sintesi, che sì, lui le tangenti le pagava, ma era l’unico modo per sveltire le pratiche amministrative, pena il tracollo dell’azienda in crisi. Giusto e legittimo che racconti la sua verità, esibendo peraltro con dignità le ferite di chi due mesi di duro carcere a San Vittore li ha scontati. Ma davvero vogliamo liquidare la questione con l’imperituro e laconico «così fan tutti»? Oppure dare tutta la colpa alla micidiale tagliola del patto di Stabilità, che tanto ormai ha le spalle larghe? C’è qualcuno tra gli esponenti politici bergamaschi di varia natura che ha voglia di dirci, o almeno di capire, se davvero le cose in Regione (e non solo) funzionavano o addirittura funzionano ancora così? C’è qualcuno tra gli imprenditori di casa nostra che ha voglia di spiegarci se esiste un’alternativa all’antico e intramontabile meccanismo della «macchina da oliare»? Quante domande e quanti silenzi imbarazzati.

C’è un altro rivolo dell’inchiesta, anticipato su queste colonne e confermato da Locatelli, che al di là del profilo penale a noi è parso interessante. All’imprenditore è stato chiesto en passant dal presidente della Cdo Breno di acquistare anche un certo numero di tessere a sostegno e all’insaputa di Angelo Capelli (non indagato), che sarebbe poi diventato il candidato alla segreteria del Pdl. Restando rigorosamente nel terreno del costume e dell’opportunità, è questo un metodo trasparente per creare consenso politico? Interrogativo parso ozioso ai più, opposizioni incluse. Certo non aiuta a stimolare il dibattito – ce lo consenta l’interessato che oltre al prestigio da principe del foro non difetta di sagacia politica – il fatto che l’avvocato del «grande accusatore» Locatelli sia Roberto Bruni, consigliere regionale ed ex sindaco, insomma l’esponente più in vista della controparte politica di alcuni indagati. Ovvio che su certe questioni sia costretto ad astenersi. Più in generale, è singolare che, nella meticolosa lista dei presunti nervi scoperti della giunta di centrodestra stilata nei giorni scorsi dall’opposizione, il caso Moro non abbia trovato neppure una piccola postilla. O forse non c’è troppo da stupirsi. La questione morale, a Bergamo, non è mai in agenda.

11 dicembre 2013

Stefano Rodotà sta con Civati

“La politica del coraggio e dello sguardo sul futuro”, il costituzionalista si schiera per le primarie del Partito Democratico.

Primarie Pd 2013: Pippo Civati riceve l'endorsement di Rodotà

Le Primarie Pd non porteranno grandi sorprese, visto che stando ai sondaggi il vincitore sarà Matteo Renzi. E però, un nome che nelle ultime settimane ha preso sempre più a circolare è quello di Pippo Civati; alternativa valida soprattutto per quell’area che non vede di buon occhio Renzi ma nemmeno un esponente della tradizione Pci-Pds-Ds com’è Gianni Cuperlo.

E dal momento che l’obiettivo di Civati è proprio quello di riuscire a superare Cuperlo, ecco che una mano importante gli arriva da Stefano Rodotà, l’uomo che in questi ultimi mesi è diventato simbolo di un’area movimentista di sinistra a cui molti guardano con interesse e che di fatto ha dato il suo endorsement al candidato segretario. Ne dà notizia lo stesso Civati sul suo blog, riportando il messaggio che Rodotà gli ha spedito:

Non so se esista veramente quell’”area Rodotà” che Pippo Civati generosamente mi accredita. Esiste certamente, invece, un largo mondo politico e sociale con il quale da anni mi sforzo di lavorare per ricostruire una cultura politica perduta e che ha ormai alcuni assi ben visibili – la via maestra della Costituzione e l’etica pubblica, i diritti fondamentali e la dignità delle persone, il reddito di cittadinanza e i beni comuni, l’accesso a Internet e le nuove forme di partecipazione. Proprio su questo terreno, e ben prima delle vicende dell’ultimo anno, proprio con Pippo Civati era nata una collaborazione che davvero mi auguro che possa continuare nel modo più intenso e utile per tutti. E’ la politica del coraggio e dello sguardo sul futuro.

Vista così, e in parole povere, non è difficile immaginare che Rodotà si recherà alle urne per votare per Pippo Civati. E questo è anche un affronto al Movimento 5 Stelle che ha candidato Rodotà al Quirinale, dal momento che fin dal giorno dopo le elezioni del febbraio 2013 Pippo Civati è stato in prima linea per trovare un accordo con le frange di “dissidenti” del Movimento 5 Stelle. Ragion per cui si è anche beccato i soliti insulti da parte di Beppe Grillo. Ma d’altra parte Rodotà è stato in parte rinnegato dal leader M5S (”ottuagenario miracolato dalla rete”), mentre Civati lo ha appoggiato – assieme al M5S che l’ha candidato – per la sua candidatura a presidente della Repubblica mettendosi contro tutto il partito.

Elena Carnevali : Per il Comune di Bergamo “io ci sono”.

Riportiamo di seguito la dichiarazione con la quale Elena Carnevali comunica la sua disponibilità a concorrere alla carica di sindaco di Bergamo.  Si tratta di una buona notizia per la nostra Città  che può assicurarsi la presenza politica nelle prossime elezioni di una persona di chiaro affidamento e di sperimentata vicinanza al sociale, ai quartieri e ai cittadini. Anche se a Bergamo l’autolesionismo la fa spesso da padrone (non sono mancate polemiche, sul metodo, sulla lettera di sollecito dei consiglieri comunali ecc..) bisogna cogliere l’occasione  per costruire una proposta vincente per la Città. Dovrà misurarsi alle primarie con Giorgio Gori che da tempo sta preparando la sua candidatura per la prima poltrona di Palazzo Frizzoni. A questo punto si cominci davvero a far politica affrontando i temi prioritari della Città e alla fine vinca il migliore, scusate…….la migliore.

da Bergamonews.it

Elena Carnevali ha sciolto le riserve: sarà candidata alle primarie del centrosinistra fissate a inizio febbraio per scegliere il prossimo candidato sindaco. La parlamentare del Partito democratico ha ceduto alle lusinghe dei consiglieri comunali e circoscrizionali che mercoledì le hanno rinvolto un appello. Dopo le primarie nazionali si avvierà il percorso che porterà alla sfida di febbraio a cui parteciperà anche il renziano Giorgio Gori.

“Io ci sono, se posso essere utile – spiega Elena Carnevali -. Il mio impegno politico e amministrativo è sempre stato al servizio della nostra città. C’è tanto da fare: questa sfida la possiamo vincere solo se sapremo mobilitare tutte le energie che possiamo mettere in campo. La crisi non ha risparmiato Bergamo, ma sono convinta che abbiamo grandi potenzialità per cambiare passo. Dobbiamo fare leva sui sistemi del sapere, della solidarietà sociale e delle imprese innovative, scommettendo sulla forza di cambiamento delle nuove generazioni. Il fatto che tanti amministratori del PD sollecitino una mia candidatura per le primarie del centrosinistra mi onora e mi carica di una grande responsabilità. Voglio condividere la necessaria riflessione con il PD bergamasco, a partire dal segretario provinciale Gabriele Riva. Il PD insieme alle altre forze del centrosinistra si è dato un percorso in cui mi riconosco appieno”.