Bergamo: più che Primarie…….Secondarie.

Le primarie del Centrosinistra per il Comune di Bergamo interessano poco. E chi non è d’accordo provi a spiegare perché sui giornali si discute solo del prossimo duello tra Tentorio e Gori. Della gara tra quest’ultimo  e i suoi competitori si parla poco, al massimo per diffondere i dati sulla raccolta delle firme necessarie.  Queste primarie sono come una minestra senza sale da quando il Pd ha preferito sacrificare il fattore “democrazia” al principio della stabilità del Partito. Per evitare scossoni si è preferita la candidatura unica con la rinuncia alla competizione di Elena Carnevali. Soprattutto dopo la schiacciante vittoria di Renzi si sono spazzati via tutti gli ostacoli ingombranti dal cammino di Gori che è diventato a quel punto tutto in discesa.  Da sottolineare l’errore (voluto?) di Sel che con una propria lista alle elezioni di primavera avrebbe potuto godere del malcontento in città della sinistra nei confronti della candidatura di Gori. Ora partecipando alle primarie dovrà  limitarsi a portare acqua al mulino sperando in una presenza in consiglio.

P.S. almeno non fate pagate i due euro a coloro che verranno a votare.

Palafrizzoni 2014: Parte male la corsa del Pd.

Riportiamo di seguito due dichiarazioni rilasciate  a circa venti giorni di distanza dall’onorevole bergamasca Elena Carnevali in merito alla sua eventuale candidatura a Sindaco di Bergamo per il prossimo quinquennio: anche al lettore più distratto possono apparire evidenti le diverse contraddizioni presenti.

La retromarcia è argomentata in linguaggio strettamente politichese tentando di spiegare senza spiegare e alla fine l’onorevole passa all’incoronazione di Giorgio al grido: “Sarò a fianco di Giorgio Gori, perché condividiamo il progetto di città da proporre agli elettori impostando un positivo lavoro di squadra per Bergamo”. In proposito: ce lo fate conoscere anche a noi questo progetto che condividete?

Sotto le due dichiarazioni di Elena Carnevali.

“Elena Carnevali ha sciolto le riserve: sarà candidata alle primarie del centrosinistra fissate a inizio febbraio per scegliere il prossimo candidato sindaco. La parlamentare del Partito democratico ha ceduto alle lusinghe dei consiglieri comunali e circoscrizionali che mercoledì le hanno rinvolto un appello. Dopo le primarie nazionali si avvierà il percorso che porterà alla sfida di febbraio a cui parteciperà anche il renziano Giorgio Gori.

Io ci sono, se posso essere utile – spiega Elena Carnevali -. Il mio impegno politico e amministrativo è sempre stato al servizio della nostra città. C’è tanto da fare: questa sfida la possiamo vincere solo se sapremo mobilitare tutte le energie che possiamo mettere in campo. La crisi non ha risparmiato Bergamo, ma sono convinta che abbiamo grandi potenzialità per cambiare passo. Dobbiamo fare leva sui sistemi del sapere, della solidarietà sociale e delle imprese innovative, scommettendo sulla forza di cambiamento delle nuove generazioni. Il fatto che tanti amministratori del PD sollecitino una mia candidatura per le primarie del centrosinistra mi onora e mi carica di una grande responsabilità. Voglio condividere la necessaria riflessione con il PD bergamasco, a partire dal segretario provinciale Gabriele Riva. Il PD insieme alle altre forze del centrosinistra si è dato un percorso in cui mi riconosco appieno”.  (4 dicembre 2013)

 

Penso di poter essere utile, mi sento di confermarlo, ma non da candidata alle primarie del centrosinistra.

Ritengo, infatti, che in un passaggio così cruciale il PD debba presentarsi unito, solido e forte, all’interno di un’ampia coalizione di forze politiche e civiche. La nostra forza dipenderà da quanto saremo capaci di attrarre, allargando il nostro perimetro, perché il progetto per un futuro della nostra città non si esaurisce in ciò che rappresentiamo come centrosinistra, e richiede la capacità di comporre la forza di innovazione delle nuove generazioni e la competenza di una classe politica e amministrativa cresciuta in questi anni.

Non posso nascondere che vivo un legame intenso e profondo con questa città, con molti dei suoi gangli vitali, che hanno contribuito a formarmi umanamente oltre che politicamente.

Con essi e con molte persone del PD in questi mesi mi sono confrontata. È mia convinzione, infatti, che la maturità di una leadership si manifesti anche nella propensione a condividere le decisioni importanti, oltre che un progetto.

Non farò in nessun modo mancare il mio contributo: senza indugi, con la determinazione di perseguire gli interessi della città, come ho fatto in questi mesi da parlamentare.

Sarò a fianco di Giorgio Gori, perché condividiamo il progetto di città da proporre agli elettori impostando un positivo lavoro di squadra per Bergamo. Sarò a fianco di tutte le donne e gli uomini della coalizione, perché questa sfida non potrà che essere collettiva, corale; perché questa città, che pure sta soffrendo gli effetti della crisi economica e sociale, ha grandi potenzialità che potrà esprimere se tutti insieme sapremo tracciare un programma di lungo respiro. (30 dicembre 2013)

Bergamo: Tangenti e politica: quanti silenzi

dal Corriere.it

Il dibattito che non c’è.

La questione morale a Bergamo non è mai in agenda. Riemerge come un fiume carsico l’inchiesta sulle tangenti per la discarica di Cappella Cantone, con tutte le implicazioni sul sistema di potere di Formigoni che ha riguardato da vicino una parte significativa della classe dirigente cittadina. Si riaccendono i riflettori sulle accuse all’ex assessore Moro e il ritorno di fiamma non è banale, se sotto inchiesta è finito perfino l’avvocato del Comune. Eppure non ci pare di assistere, come sarebbe lecito attendersi, al benché minimo cenno di dibattito politico e pubblico. Qui non si tratta, e con ciò preveniamo da subito le obiezioni del partito dei garantisti (a cui peraltro ci iscriviamo volentieri d’ufficio), di anticipare le sentenze. Ma di discutere apertamente se un certo modo di fare affari e di fare politica era (è) sano o malato e se possiede gli anticorpi per rigenerarsi. E dire che gli spunti non mancano.

La lunga e interessante intervista rilasciata dall’imprenditore Pierluca Locatelli a L’Eco di Bergamo , per esempio, ne offre parecchi. Locatelli è l’uomo chiave di entrambe le inchieste citate. E oggi ci spiega, in estrema sintesi, che sì, lui le tangenti le pagava, ma era l’unico modo per sveltire le pratiche amministrative, pena il tracollo dell’azienda in crisi. Giusto e legittimo che racconti la sua verità, esibendo peraltro con dignità le ferite di chi due mesi di duro carcere a San Vittore li ha scontati. Ma davvero vogliamo liquidare la questione con l’imperituro e laconico «così fan tutti»? Oppure dare tutta la colpa alla micidiale tagliola del patto di Stabilità, che tanto ormai ha le spalle larghe? C’è qualcuno tra gli esponenti politici bergamaschi di varia natura che ha voglia di dirci, o almeno di capire, se davvero le cose in Regione (e non solo) funzionavano o addirittura funzionano ancora così? C’è qualcuno tra gli imprenditori di casa nostra che ha voglia di spiegarci se esiste un’alternativa all’antico e intramontabile meccanismo della «macchina da oliare»? Quante domande e quanti silenzi imbarazzati.

C’è un altro rivolo dell’inchiesta, anticipato su queste colonne e confermato da Locatelli, che al di là del profilo penale a noi è parso interessante. All’imprenditore è stato chiesto en passant dal presidente della Cdo Breno di acquistare anche un certo numero di tessere a sostegno e all’insaputa di Angelo Capelli (non indagato), che sarebbe poi diventato il candidato alla segreteria del Pdl. Restando rigorosamente nel terreno del costume e dell’opportunità, è questo un metodo trasparente per creare consenso politico? Interrogativo parso ozioso ai più, opposizioni incluse. Certo non aiuta a stimolare il dibattito – ce lo consenta l’interessato che oltre al prestigio da principe del foro non difetta di sagacia politica – il fatto che l’avvocato del «grande accusatore» Locatelli sia Roberto Bruni, consigliere regionale ed ex sindaco, insomma l’esponente più in vista della controparte politica di alcuni indagati. Ovvio che su certe questioni sia costretto ad astenersi. Più in generale, è singolare che, nella meticolosa lista dei presunti nervi scoperti della giunta di centrodestra stilata nei giorni scorsi dall’opposizione, il caso Moro non abbia trovato neppure una piccola postilla. O forse non c’è troppo da stupirsi. La questione morale, a Bergamo, non è mai in agenda.

11 dicembre 2013

Nel salernitano l’Antimafia sequestra 25mila tessere del Pdl.

 
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di Gianni Molinari Il Mattino

SALERNO – Le 25mila tessere del Pdl della provincia di Salerno sono state sequestrate ieri nella sede nazionale del partito a Roma dal Ros dei carabinieri. L’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Salerno riguarderebbe in particolare il tesseramento in tre comuni : Nocera Inferiore, Nocera Superiore e Pagani – dove gli iscritti sono poco più di 3mila – e il ruolo svolto da alcuni dirigenti del partito e da alcuni sostenitori nell’acquisire le tessere e i fondi usati per pagarle. Nell’inchiesta sarebbe coinvolto anche il proprietario di un’importante società sportiva. 

Non si conoscono i reati per i quali indagano i magistrati dell’antimafia. Il blitz arriva all’indomani dell’annuncio della data del congresso provinciale, in calendario sabato 3 e domenica 4 marzo insieme con le assemblee di Caserta, Avellino e Benevento. Soltanto a Napoli il congresso provinciale si terrà una settimana dopo, tra 10 e 11 marzo. Difficile prevedere cosa succederà adesso. L’ultima parola spetterà al segretario politico Alfano e al commissario regionale Nitto Palma. Di certo, i numeri del tesseramento avevano fatto gridare al miracolo in provincia di Salerno. L’obiettivo della vigilia, infatti, era chiudere oltre quota 13mila, raggiunto e superato, addirittura doppiato.

Le tessere raccolte dalla componente di maggioranza vicina al presidente della Provincia di Salerno Cirielli sono più o meno 22mila, mentre l’area che fa riferimento al’ex ministro Carfagna avrebbe messo insieme 3mila adesioni. Ma se dall’Agro nocerino sarnese e – un po’ a sorpresa – dal Cilento sono arrivate risposte oltre le aspettative, il radicamento nel capoluogo, in proporzione, resta debole. A Salerno città, infatti, l’ala Cirielli ha raccolto meno di 3mila tessere, poche in confronto agli exploit dei comuni vicini. Solo a Cava de’ Tirreni, ad esempio, sono state sottoscritte 2.300 domande. 

E ancora, 1.500 iscrizioni sono state siglate a Nocera Inferiore, 1.300 a Sarno, 1.200 a Scafati e a Nocera Superiore. Non ha superato quota mille, invece, Battipaglia, ferma a poco più di 800 adesioni. In linea Capaccio, dove sono state raccolte tra le 800 e le mille tessere, mentre Eboli non è andata oltre quota 600. E se Campagna e Mercato San Severino hanno portato a Roma 400 domande ciascuno, Vallo della Lucania s’è fermata a 300. Proprio dal Cilento e dal golfo di Policastro, però, è arrivato il dato politicamente più importante. Perché nell’area sud della provincia di Salerno sono state sottoscritte 5mila tessere. Un record. 

Tutte queste tessere, però, adesso sono state sequestrate dal Ros dei carabinieri su ordine dell’antimafia. Nel mirino ci sono soprattutto i pacchi consegnati nell’area tra Nocera Inferiore, Nocera Superiore e Pagani. 

Mercoledì 15 Febbraio 2012 – 14:29    Ultimo aggiornamento: 16:49

Borse a picco. Nuovi attacchi ai Btp.

Rainews.it. Giornata nera per le borse europee, trascinate giù soprattutto dal settore bancario. Crollano Milano, Parigi e Francoforte, che perdono rispettivamente il 5,62%, il 5,39% e il 5,8%.

Tra le peggiori d’Europa le banche britanniche Barclays e Rbs, che perdono rispettivamente il 6,6% e il 10,7%.

Londra arretra del 2,93%. A Milano la Fiat cede il 7,4%%, Exor il 9%, Intesa il 7,96% e Unicredit il 7,4%. Prosegue la tendenza delle banche di non prestarsi soldi l’una con l’altra, preferendo depositare la liquidità nei depositi della Bce.

Bce: sanzioni per gli Stati cicala
Forse ci sono cose che si possono dire solo quando un mandato sta per scadere, perché scomode. O forse il momento è talmente difficile da indurre anche i
più diplomatici a rompere gli indugi. Fatto sta che a Parigi il numero uno uscente della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, dice chiaro che si può immaginare un governo confederale europeo “con un ministro delle Finanze confederale, che potra’ assumere l’intera governance in seno all’Eurozona e prendere questa o quella
decisione”. Perché, è il sotto inteso neppure troppo sotto inteso, i Governi non hanno più la necessaria tempestività nel reagire agli strattoni dei mercati. 

Il super  ministro delle Finanze europeo, poi, potrebbe , sostenere una “posizione europea nei negoziati internazionali sul piano finanziario”, senza le mille voci dell’Ue a 27.

Resta in primo piano il problema dei conti pubbilci. E di nuovo Trichet non ha dubbi: se un Paese non riesce a prendere le decisioni adeguate in termini di risanamento del bilancio, allora dovrebbe essere consentito di imporle a livello centralizzato. 

Bruxelles: bene bravo bis
Passano pochi minuti e da Bruxelles rimbalzano le parole del portavoce del commissario Ue degli Affari monetari Olli Rehn: Trichet ha ragione sulla riforma della governance delle finanze europee, dice, perché “non si può lasciare che tutto
ricada sulle spalle della Bce”, con i suoi acquisti sul mercato secondario dei titoli di stato.

Visto da sinistra
“Trichet mente sapendo di mentire”, ribatte da Roma il segretario Prc Paolo Ferrero: “la speculazione è il frutto delle politiche della Bce e della Ue, non del mancato pareggio di bilancio. Infatti ogni paese che taglia la spesa sociale vede peggiorare la propria situazione: a partire dalla Grecia per arrivare all’Italia”.  “Trichet – sostiene Ferrero – in realtà difende i suoi azionisti, cioè le banche private europee che stanno speculando contro gli Stati europei. Per bloccare la speculazione servono tre misure:
occorre bloccare per legge la vendita allo scoperto dei titoli degli Stati, occorre tassare le transazioni speculative di capitale e occorre obbligare la Bce ad acquistare direttamente i titoli di stato europei, così come fanno tutte le altri Banche
Centrali del Mondo. Senza queste misure la speculazione continuerà ad essere pagata dai lavoratori e dai pensionati”.

Antagonisti agitati
Ferrero è scavalcato a sinistra dai militanti dei Comitatri unitari di base e del centro sociale Cantiere di Milano: 7 o 8 persone, in vista dello sciopero di domani contro la manovra, hanno tentato questa mattina di irrompere nella Borsa di Piazza Affari, riuscendo a esporre bandiere del sindacato e striscioni dalle finestre di Palazzo Mezzanotte. All’esterno della Borsa, una ventina di antagonisti e anarchici che distribuiscono volantini contro la manovra e alcune tende da campeggio. Ci sarebbero stati attimi i tensione quando un secondo gruppo ha cercato di fare irruzione in Piazza Affari ma è stato bloccato dalla sorveglianza vicino alle porte del palazzo, che poi sono state chiuse.

Pdl e Lega ballano sul Titanic.

La crisi ha raggiunto il livello di guardia. I mercati vanno gù a capofitto, i titoli di stato italiani perdono quota e si allontanano dai bond tedeschi per avvicinarsi a quelli emessi dalla Grecia. La speculazione ne approfitta buttando altra benzina sul fuoco che avvolge la tenuta dei conti.

Tutto questo non basta a mettere in allarme ministri, sottoministri e altro personale del genere. Ieri La Russa e soci sprizzavano felicità a Mirabello per l’ingresso in maggioranza di Urso e altri ex Fli. Oggi Calderoli mostra grande entusiasmo per il trasferimento probabile di uffici ministeriali a Monza.

Tutti a ballare sul Titanic che affonda!

Il 13 dicembre Berlusconi alle Camere.

Berlusconi.jpg(AGI) – Roma, 16 nov. – Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto il Presidente del Senato Renato Schifani e il Presidente della Camera Gianfranco Fini, secondo una prassi consolidata di consultazione risultata sempre fruttuosa in delicati momenti della vita istituzionale. L’incontro odierno – prosegue la nota – ha permesso di registrare la concorde adesione delle forze parlamentari all’esigenza di dare la precedenza, nei lavori della Camera e del Senato, all’approvazione finale delle leggi di stabilita’ e di bilancio per il 2011. Tale esigenza era stata nei giorni scorsi richiamata dal Capo dello Stato in nome dell’interesse generale del paese nelle attuali difficili vicende finanziarie internazionali. Subito dopo la conclusione dei suddetti adempimenti, nei tempi definiti nelle competenti sedi delle Conferenze dei capigruppo, si procedera’ all’esame della crisi politica, culminata nella presentazione alla Camera di una mozione di sfiducia al governo ai sensi dell’art. 94 della Costituzione, e nella richiesta del Presidente del Consiglio di rendere comunicazioni al Senato e alla Camera. Il Presidente della Repubblica ha auspicato una costruttiva intesa in proposito tra i Presidenti e tra gli organismi rappresentativi dei due rami del Parlamento .

I presidenti di Camera e Senato, al termine dell’incontro con il Capo dello Stato al Quirinale, hanno concordato che il Senato concludera’ l’esame della legge di stabilita’ entro la prima decade di dicembre. La mattina del giorno 13 si svolgeranno al Senato le annunciate comunicazioni del governo. E’ quanto si apprende al termine dell’incontro al Quirinale tra Giorgio Napolitano, Gianfranco Fini e Renato Schifani al Quirinale. Sempre il 13 nel pomeriggio alla Camera, si svolgera’ il dibattito sulla mozione di sfiducia presentata da Pd e Idv. Il giorno successivo, sempre secondo quanto si e’ appreso, avranno luogo le relative votazioni .