La Verità rivoluzionaria della Contini.

di Sofia Ventura su Il Secolo d’Italia

La verità rivoluzionaria della Contini (e la cattiva coscienza del Pdl)

 

La verità, come è noto, è rivoluzionaria e provoca puntualmente reazioni da parte di chi teme i cambiamenti che la sua conoscenza può indurre. E così accade da tempo nel Pdl (e nell’universo mediatico che ad esso fa riferimento), dove osservazioni, spesso banali tanto appaiono ovvie, circa il funzionamento del partito scatenano  puntualmente irritate levate di scudi. Così è accaduto anche con l’intervista di Barbara Contini, dove la senatrice entrata nel gruppo Fli  ha rilevato l’assenza di coraggio e di autonomia tra le donne pidielline,  incapaci di dire no al proprio capo e di mantenere una propria linea, e ha criticato certe carriere condotte sui tacchi a spillo. Le irritate levate di scudi di cui si è detto hanno seguito il solito copione già visto in analoghi casi precedenti: nessuna discussione sul merito, nessuna argomentazione che tenga conto della logica e della realtà empirica, ma solo triti luoghi comuni. Luoghi comuni conditi, in alcuni casi, da una bella dose di maschilismo. Si veda il fondo del direttore del Tempo Mario Sechi, che dopo aver dipinto il confronto tra la Contini e alcune parlamentari del Pdl come una “battaglia a borsettate tra finiane e berlusconiane”, dunque, nulla di serio, solo una patetica azzuffata tra comari un po’ sopra le righe,  rileva lo scarso appeal delle donne finiane, che sognerebbero “un modello di donna elitario, aristocratico, con la erre moscia, noioso, senza erotismo, svuotato dell’edonismo necessario per essere vive e palpitanti”. Per non parlare delle “curve come lo scafo di uno yacht da corsa”, una espressione che sarà anche di Hemingway, ma che non pare molto appropriata se si discute del ruolo delle donne in politica, a meno che il ruolo delle donne non debba continuare ad essere uno ed uno solo: piacere ai maschi, in qualunque contesto. Ma nemmeno molto convincenti sono state le repliche delle diverse parlamentari del Pdl, che altro non hanno fatto che ripetere stancamente le solite accuse di misoginia e di scarsa solidarietà femminile e rivendicare mirabolanti risultati raggiunti dalla componente femminile del partito, senza affrontare con coraggio la questione. La Contini ha fatto una affermazione che è “falsificabile”, ovvero che può essere misurata con la realtà e sulla base di questa contraddetta. Per contraddirla sarebbe stato necessario portare esempi di donne che nel partito hanno pubblicamente assunto posizioni autonome su questioni di rilievo. Non è stato fatto. Ci sarà un motivo? Meraviglia, in particolare, che una parlamentare capace e di carattere come Jole Santelli, che conosco e stimo, non si renda conto della contraddizione insita nella sua dichiarazione, laddove lamenta che a trionfare sia “il classico lungo comune della bellezza che apre le porte. Il lavoro, la costanza e la pazienza fanno altrettanto ma costano fatica”. Lei costituisce certamente l’esempio di una donna che ha guadagnato attraverso il merito e il lavoro il ruolo che ricopre, ma Santelli oggi non è al governo,  così come non ci sono altre donne che hanno negli anni mostrato i loro indubbi meriti e capacità, forse in diversi casi un po’ più delle attuali ministre e sottosegretarie. Non è il caso di porsi allora qualche interrogativo? Ma, purtroppo, da tempo ormai ci si è resi conto che nel Pdl non serve a molto porre domande, perché immancabilmente rimangono senza risposta: o ci si allinea o si diventa dei reprobi. E’ anche così che muore un partito

La Verità rivoluzionaria della Contini.ultima modifica: 2010-08-24T18:35:00+02:00da lafinestrabg
Reposta per primo quest’articolo