Bondi: Addio in lacrime


di Marco Damilano L’Espresso

Il ministro-poeta accompagna le sue dimissioni con un piagnisteo per il ‘massacro mediatico’ e il ‘calvario’ a cui sarebbe stato sottoposto. E se la prende perfino con la stampa di destra. Dimostrando di avere un solo interesse politico e culturale: quello per se stesso

(24 marzo 2011)

Sandro BondiSandro Bondi«Elogio di un politico diverso», l’ha stilato oggi Giuliano Ferrara sul “Foglio” in onore di Sandro Bondi che lascia il ministero della Cultura. Da solo: né il “Giornale” né “Libero”, i quotidiani della famiglia Berlusconi su cui pure Bondi negli ultimi anni ha scritto a giorni alterni su tutto lo scibile umano, hanno sentito il bisogno di dedicargli un commiato. Niente, neppure una riga. Come se non fosse mai esistito.

Forse per ripagarlo delle affermazioni dell’altro giorno, quando l’ancora inquilino del ministero di via del Collegio Romano attaccò il giornale della coppia Feltri-Belpietro: «Il metodo di “Libero” mi ripugna. Questo carattere di uno dei maggiori organi di informazione del centro-destra non aiuta la crescita di una matura opinione moderata».? Non per il caso Boffo o altre nefandezze: no, semplicemente “Libero” aveva messo la foto del ministro insieme ad altri voltagabbana sul nucleare. Tanto è bastato per ripugnare Bondi, anima candida.

L’ex ministro, scrive Ferrara, è un politico diverso perché gli sono ceduti i nervi, perché ha scoperto che la politica è un gioco duro e che lui non ci sta, non è un gladiatore. E nella giornata di mercoledì, in effetti, si è visto come si comporta un politico attrezzato alla guerra. Il ministro entrante Saverio Romano: lui non si scompone di fronte a niente. Lo accusano di avere rapporti con la mafia e lui nulla, volto da sfinge (altro che da contadino, come lo avrebbe voluto Bossi). Lo nominano ministro, appena scende le scale gli piomba addosso una nota del Quirinale a proposito dei suoi guai giudiziari che lascerebbe tramortito chiunque. E Romano, serafico, replica che la nota non rappresenta il pensiero del Presidente Napolitano. Non può rappresentarlo, perché altrimenti sarebbe un pensiero sbagliato. Complimenti, ministro: il premio faccia da tolla 2011 è tutto suo, e dire che le candidature sono parecchie e il concorso affollato.
Ma l’alternativa all’arroganza e alla maleducazione istituzionale non può essere Bondi. Tutto il rispetto umano e politico per una persona che dice: io vado via, non ce la faccio più. Ma ci risparmi il piagnisteo, il vittimismo, il tono lagnoso di interviste come quella pubblicata oggi sul “Corriere”. «Sono stato aggredito», si lamenta Bondi con Paolo Conti, «la mia figura pubblica è stata letteralmente sottoposta a un massacro mediatico». Gli stessi argomenti utilizzati quando le opposizioni presentarono una mozione di sfiducia alla Camera dopo il crollo del muro di Pompei: «un linciaggio senza precedenti», commentò Bondi. E giù lamentazioni sempre più imbarazzanti: una via crucis, un calvario…

Eh no. In democrazia i giornali scrivono e l’opposizione prepara mozioni di sfiducia, mica tortura. Bondi è una persona che dalla politica ha avuto tutto. Fama, notorietà, gratificazioni economiche e affettive.

«Senza la guerra io sarei rimasto un intellettuale con interessi prevalentemente letterari», scrisse Giame Pintor nel 1943. Ecco: chi sarebbe stato Bondi senza la politica, e senza Berlusconi? Quando era in auge, qualcuno si spinse a recensire con entusiasmo perfino le sue composizioni poetiche, le sue quartine sono state pubblicate su tutti i giornali, manco fosse Montale. Altrettanta attenzione è stata riservata alle sue disquisizioni teologiche. Ha pubblicato una caterva di libri con la prima casa editrice italiana, per inciso di proprietà del suo datore di lavoro. Con titoli come “La civiltà dell’amore” o “Il sole in tasca” chissà se un autore sconosciuto, poniamo il sindaco di una cittadina della Lunigiana come Fivizzano, avrebbe avuto altrettanto ascolto. E chissà se qualcuno si sarebbe interessato al suo pensiero. Finito? No, perché abbiamo dovuto sopportare anche le interviste in coppia del ministro con la fidanzata-deputata Manuela Repetti (Bond and Clyde, copyright Denise Pardo), mano nella mano di fronte alle telecamere di Sky, le foto delle loro vacanze al mare, e quanto è bravo lui e quanto è brava lei e come fa l’amore lui… (sempre su “Libero”, intervista firmata da Barbara Romano, due settimane fa. Nessuna ripugnanza del ministro, in questo caso).

Bondi: Addio in lacrimeultima modifica: 2011-03-24T15:15:00+01:00da lafinestrabg
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