La lotta alla corruzione la vera priorità per il Paese.

Licenziare i lavoratori era troppo difficle e, quindi, bisognava provvedere. Il disegno di legge che consente di mandare a casa un dipendente per motivi economici, non si tocca. Nessuna possibilità di reintegro, basta una paghetta per qualche mese e niente piagnistei.

Secondo gran parte della partitocrazia il destino dell’Italia dipende in buona parte da questa riforma visto che si sta rischiando la spaccatura delle forze sociali e del Paese.

Addirittura Angelino Alfano minaccia tuoni e fulmini in caso di eventuali emendamenti tesi ad alleggerire la portata di questa proposta governativa. Egli ritiene la questione d’importanza vitale per l’economia e le imprese.

In realtà le cose non stanno esattamente così: perfino il nuovo presidente della Confindustria ha riconosciuto che non è l’articolo 18 il problema delle imprese, ma l’eccessiva burocrazia e la lentezza di tutti i procedimenti pubblici.

Ad Angelino ricordiamo che esiste un altro problemino che pesa come un macigno sull’economia e sulla capacità di sviluppo del nostro Paese e si chiama Corruzione un sistema da sessanta miliardi di euro, il triplo di una manovra finanziaria.

Le tipologie dei fenomeni corruttivi sono varie ma hanno un denominatore comune: falsano il mercato azzerando i principi della libera concorrenza. Si ammazzano le imprese che si comportano correttamente nelle gare di appalto a vantaggio delle tresche e delle cricche. Ormai il campionario è vasto ed è visibile su tutta la lunghezza del nostro stivale.

La sedicente virtuosa Regione Lombardia è ormai in una spirale d’ipotesi di reati tra i più brutti: quelli di tipo ambientale che mettono in pericolo la salute pubblica. Lo stesso avviene in altre regioni alcune delle quali già segnate in passato da queste tristi vicende.

Allora Angelino dovrebbe spiegare agli italiani perché di questi argomenti il Governo non si dovrebbe interessare. Come mai egli non ritiene prioritaria la lotta alla corruzione per il nostro sistema economico e per il decoro del nostro Paese.

E’ triste assistere a questa commedia degli inganni. Quelli che ci hanno portato sull’orlo del burrone, ora sono sul piedistallo a urlare contro i sindacati e gli operai colpevoli, a loro dire, di boccare lo sviluppo.

E ancora più triste notare che anche nella stessa sinistra si mostrano incertezze nella difesa della debole posizione del dipendente nel rapporto di lavoro.

Ed è inammissibile che la priorità del nostro Paese in questo momento sia la rottamazione dell’art 18 e non la messa a punto di un procedimento di bonifica della gestione della cosa pubblica.

In realtà la vera priorità dovrebbe essere la lotta alla corruzione. Da qui si dovrebbe partire per dare ossigeno e dignità all’Italia.

 

 

 

 

 

La lotta alla corruzione la vera priorità per il Paese.ultima modifica: 2012-03-25T19:43:00+02:00da lafinestrabg
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