Italia, inflazione marzo +2,5%, massimo dal 2008

da Reuters.it

“Il dato armonizzato è stato anch’esso superiore alle attese, ma molto dipende dal cambio di metodologia che l’Istat ha dovuto adottare dal 2011, che dà una maggiore accentuazione delle stagionalità” spiega la Cavallaro.

TENSIONI SU PREZZI ENERGETICI

Il prezzo della benzina aumenta su base mensile del 3,4%, mentre il tasso annuo cresce del 12,7%. Il prezzo del gasolio da riscaldamento cresce del 19,1% su marzo 2010.

“Il dato conferma che le tensioni che si sono manifestate nelle quotazioni delle materie prime energetiche si fanno sentire. Ne avremo prova anche il mese prossimo quando i passati aumenti inizieranno a entrare nelle tariffe di gas ed elettricità, appesantendo ulteriormente le bollette già destinate a risentire del nuovo metodo di calcolo del contributo alle energie pulite” spiega Paolo Pizzoli di Ing.

Alcuni giorni fa l’Authority per l’energia ha reso noto che nel secondo trimestre dell’anno scatteranno rialzi del 3,9% per le bollette elettriche e del 2% per quelle del gas, a causa delle prolungate e forti tensioni dell’ultimo anno sulle materie prime energetiche.

INFLAZIONE ITALIANA PIU’ FORTE DI QUELLA EUROPEA

Mattinata di dati inflattivi anche per la zona euro; Eurostat ha fornito una stima preliminare per marzo del 2,6% su base annua, dopo il 2,4% di febbraio, contro attese per un 2,3%.

Gli operatori suggeriscono come il balzo dell’inflazione europea possa essere stato influenzato proprio dalla rilevazione sostenuta sul fronte armonizzato italiano.

L’altro ieri inoltre i dati tedeschi di marzo avevano mostrato un’inflazione allo 0,5% su mese e al 2,1% su anno nella prima economia europea.  

“Complessivamente l’Italia mantiene un’inflazione sopra la media europea: la nostra previsione è per un dato 2011 al 2,5%. Ci attendiamo un’accelerazione in primavera-estate, anche per via dell’aumento delle tariffe energetiche e una frenata nella seconda parte dell’anno” spiega ancora l’economista di Aletti Gestielle.

“Guardando avanti, visto che non ci sono all’orizzonte raffreddamenti duraturi dei prezzi energetici con le tensioni sul fronte africano e mediorientale destinate a perdurare, vedo una pressione della componente energetica sul tasso di inflazione che dovrebbe salire arrivando vicino a un picco che al momento io colloco al 2,8%”,