Assurdo! Pdl. Ai probiviri non vanno gli indagati, ma i dissidenti.

Secondo notizie non ancora ufficiali, Fabio Granata e Italo Bocchino sarebbero stati denunciati ai probiviri. Non si sa se ridere o piangere. Con ministri e sottosegretari costretti a scappare per le indagini penali che li riguardano, ai probiviri ci vanno Bocchino e Granata. Quest’ultimo ha fatto della lotta alla mafia una ragione di vita e vine punito, mentre Dell’Utri gode del rispetto di tutti. Uno spettacolo triste soprattutto per i giovani ai quali non viene offerta alcuna prospettiva per un futuro di legalità e di rispetto per la convivenza civile. Dopo la P2, la P3, in attesa della P4.

Ai probiviri per aver sollevato la questione morale nel Pdl. Fabio Granata.

Fabio Granata.jpgRiportiamo, di seguito, un breve profilo di Fabio Granata pubblicato sul Secolo d’Italia. Un politico che piace perché può permettersi di dire quello che pensa. Lo può fare perché ha sempre testimoniato valori autentici legati all’etica politica, alla legalità e al rispetto dell’ambiente.

E’ singolare che con questo profilo possa essere denunciato ai probiviri ( non sapevamo che esistessero nel Pdl) da personaggi che difendono colleghi plurinquisiti per reati gravi. Una classe politica nervosa perché ha preso coscienza  di aver imboccato l’ultimo viale


 

“Granata è stato anche per sei anni assessore alla Cultura in Sicilia e ha lavorato bene, utilizzando i fondi comunitari per resuscitare nella sua isola quel patrimonio di “bellezza” che fa parte dei beni immateriali su cui si misura il livello di una civiltà molto più che sulle espulsioni dei clandestini. Granata si è reso simpatico anche agli avversari perché ha demolito le case abusive nella valle dei Templi, ha restaurato teatri e aree archeologiche, ha bloccato le trivelle petrolifere in Val di Noto, meritandosi gli applausi di Andrea Camilleri. La prima “relazione pericolosa” che gli è stata imputata dai custodi dell’ortodossia. Poi è venuta anche l’offerta di Legambiente di diventare dirigente nazionale, altra circostanza “attenzionata” dagli inquisitori del canone berlusconiano. Gianfranco Fini lo ha chiamato a guidare il Forum delle idee di An dal 2006 al 2008: un laboratorio culturale che è stato la rampa di lancio della legge sulla cittadinanza breve presentata successivamente con Andrea Sarubbi (Pd). Granata pensa che siano conciliabili Eraclito e il cristianesimo, ritiene che le moschee possano convivere con le cattedrali in nome di una comune fratellanza antimaterialista e che i diritti nascono dalla condivisione di un progetto come avveniva nell’Impero romano. In tutto questo non c’è nulla di sinistra, anzi, per dirla tutta, chi si oppone con zelo a queste idee in realtà è degno erede del nazionalismo giacobino. Ma sulle dispute ideologiche meglio fermarsi qui.
Oggi Granata è un po’ il capro espiatorio utile a definire un discrimine tra i finiani accettabili e quelli che proprio risultano intollerabili. Strano, perché a Granata fu offerta una candidatura in Parlamento per Forza Italia (tramite la sua amica Stefania Prestigiacomo), offerta che venne declinata. Stando infine sull’attualità, Granata non pensa affatto che Berlusconi sia colluso con la mafia ma, vista la sua storia, è difficile chiedergli di non dire ciò che pensa, cioè che nel Pdl la questione morale è “ciclopica” e che ogni zona d’ombra sulle stragi di mafia va fugata con indagini rigorose. Certo, non avendo fatto parte di nessuna “cricca”, né partecipato a riunioni della P3, né avendo ricevuto appartamenti in regalo, Granata non merita roboanti difese d’ufficio. Ci si potrebbe limitare a non fare su di lui un quotidiano tirassegno. Ci pare che la sua storia non meriti tanta acrimonia.”

Annalisa Terranova

da il Secolo d’Italia di Sabato 24 luglio

Per capire  fino in fondo la qualità dei nostri governanti, ecco una frase del ministro della difesa italiana in merito al caso Granata:”Ma deve fornire i nomi, non dico una prova giudiziale ma indizi forti. Altrimenti la sua è, come io penso, una frase da quaquaraquà, pronunciata per finire sui giornali.”