Il Rais bombarda Bengasi. Decine di morti

da ansa.it   Berlusconi e ngheddafi.jpgForte bombardamento su Bengasi, la città controllata dagli insorti, dopo l’arrivo delle forze pro-Gheddafi. Il governo libico: ‘Lebande di al Qaida ci hanno attaccato, abbiamo risposto per autodifesa’.  Al Jazira ha riferito che le forze fedeli al rais attaccano la città dalla costa e da sud. Lega Araba: ‘Obiettivo prioritario è arrivare a un cessate il fuoco‘. Minaccia del Colonnello all’Occidente: ‘Ve ne pentirete‘. 
Migliaia di persone stanno fuggendo da Bengasi, sotto attacco da questa mattina. Intanto è in corso il vertice di Parigi: attacco imminente.

Gli attacchi di questa mattina su Bengasi hanno provocato almeno 26 morti, secondo quanto riferisce l’emittente Al Jazira, che cita fonti ospedaliere. I feriti inoltre sono almeno 40.

ATTACCHI A GHEDDAFI DOPO VERTICE PARIGI – Gli attacchi alle forze di Gheddafi potrebbero cominciare appena finito il summit di Parigi. Lo ha rivelato alla Reuters una fonte vicina al vertice, aggiungendo che i primi a colpire potrebbero essere francesi, britannici e canadesi, seguiti da statunitensi e arabi.
Nessun rappresentante dell’Unione africana figura nella lista dei partecipanti al vertice di Parigi sulla Libia.

JANA, CITTADINI SI RADUNANO SU OBIETTIVI RAID – L’agenzia ufficiale libica riferisce che folle di cittadini libici si stanno radunando sugli obiettivi militari che la Francia ha minacciato di attaccare.

NAPOLITANO, FAREMO CIO’ CHE E’ NECESSARIO
 – Presidente, l’Italia sta entrando in guerra? A questa domanda dei giornalisti, subito dopo la visita allo stabilimento Pirelli di Settimo Torinese, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha risposto: “Vedo che qui si lavora per la pace. Poi, altrove, facciamo la nostra parte come membro attivo della comunità internazionale, interessati come tutti i paesi che sono nel G8 e nell’organizzazione delle Nazioni Unite, interessati ad affermare dei principi e ad esigere il rispetto di valori fondamentali come i diritti umani e le aspirazioni di libertà e giustizia sociale oggi, in modo particolare, nel mondo arabo. E faremo ciò che è necessario anche noi”.
Napolitano ha affermato che l’Italia è impegnata come gli altri paesi del G8 e delle Nazioni Unite a fare tutto il necessario “per affermare principi ed esigenze di rispetto di valori fondamentali come i diritti umani e le aspirazioni di libertà e giustizia sociale” che si manifestano oggi “in modo particolare nel mondo arabo”. Lo ha detto dopo la visita allo stabilimento Pirelli di Settimo Torinese.

FINI, DOVEROSO CHE ITALIA FACCIA PROPRIA PARTE 
 – Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in Libia “è doveroso che l’Italia faccia la propria parte perché chi cerca la libertà possa ottenerla”. Lo afferma intervenendo a Tolmezzo (Udine) nel corso di un incontro pubblico dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia. “Quello che accade nel Mediterraneo – spiega Fini – è la riprova di come non ci possa essere una dittatura per quanto feroce, tale da impedire ai popoli di chiedere e ottenere la propria dignità “. “Per questo – conclude – è doveroso per la comunità internazionale essere dalla parte di quel popolo ed è doveroso che l’Italia debba fare la propria parte perché chi cerca la libertà possa ottenerla”.

GHEDDAFI A SARKOZY-CAMERON, VE NE PENTIRETE – Il leader libico Gheddafi ha scritto in una lettera al presidente Francese Sarkozy e al premier britannico Cameron che le potenze occidentali non hanno diritto di intervenire in Libia e che “si pentiranno” della loro ingerenza.Secondo quanto detto dal portavoce del governo libico Mussa Ibrahim in una conferenza stampa, la lettera, oltre che ai leader francese e britannico, è indirizzata anche al segretario generale dell’Onu, Ban ki-Moon. Nella missiva Gheddafi ha scritto che ogni azione militare contro la Libia sarebbe una “un’ingiustizia, una chiara aggressione… ve ne pentirete se interverrete nei nostri affari interni”. “La Libia non è vostra… – prosegue la missiva, citata da Al Jazira -. Voi non avete il diritto di intervenire nei nostri affari interni. Questo è il nostro paese, non è il vostro paese. Noi non potremmo sparare un solo proiettile contro il nostro popolo”.
Gheddafi ha detto in una lettera al presidente Usa Obama che “i libici sono pronti a morire per me“. Lo ha riferito il portavoce del governo libico Mussa Ibrahim.