Ringraziamo il Professore e andiamo a votare.

Mario Monti ha salvato il Paese che era sull’orlo del precipizio dove l’aveva cacciato il malgoverno di Berlusconi e della sua squadra. I conti non sono tutti a posto, ma si è ridotta la distanza dai Paesi più virtuosi. L’Italia non è ridotta più a macchietta ridicola e si è riappropriata di un minimo di credibilità che era stata registrata in forte caduta fino allo scorso mese di novembre.

Detto questo e dato a Monti quello che è di Monti, occorre una breve riflessione: Questi risultati importanti sono stati ottenuti grazie al sacrificio dei cittadini non benestanti e delle famiglie più deboli. Per capirci meglio il risanamento è stato pagato dai pensionati e dai lavoratori in maniera inversamente proporzionata alle ricchezze possedute.

Ricordiamo che è stata quasi azzerata l’indicizzazione delle pensioni erogate e prorogato il collocamento in pensione dei lavoratori in attività con sacrifici ragguardevoli. Poi sono arrivate le batoste con la reintroduzione dell’ICI o IMU sulla prima casa. Dalle pensioni di marzo si assaggeranno le prime conseguenze delle nuove addizionali regionali e comunali, arretrati compresi.

Dopo un primo tempo di tranquillità dettato dalla necessità di queste scelte per salvare il Paese, è sopravvenuta una rabbia per lo spettacolo offerto dalla “Varie Caste” diffuse nel Paese.

Mentre le famiglie vanno in affanno per arrivare alla fine del mese e per provvedere al mantenimento dei figli ecco cosa succede:

– si scopre che i partiti gestiscono (anche in maniera sconsiderata) fiumi di denaro, milioni di euro, provenienti dalle nostre buste paga;

– le categorie organizzate con sistema lobbistico si sono sottratte a ogni sacrificio assecondate da una partitocrazia impresentabile;

parlamentari, politici e amministratori si sono tenuti stretti i loro privilegi e il loro potere per difendere i privilegi di cui sopra;

– il governo dopo aver incassato dai pensionati e dai lavoratori ha rinunciato alla patrimoniale sulle ricchezze consolidate. Tanto i soliti noti hanno pagato per tutti.

A tutto ciò si aggiunge la mancanza di volontà a mettere seriamente mano a una legge anticorruzione che ponga fine alle sconcezze che riempiono le pagine dei giornali con puntate giornaliere.

Il Pdl, che a novembre sembrava spazzato via, detta ancora l’agenda e, anzi, si appresta a ficcare nelle leggi ancora norme ad personam per salvare il capo (vedi RAI e decreto anticorruzione).

E’ tempo di dare una connotazione politica al governo degli italiani. Sia dia al popolo la facoltà di decidere come arrivare alla conclusione di questa vergognosa seconda repubblica, se così si può chiamare.

Ci facciano decidere se “eleggere” dei politci di comodo o i rappresentanti di un Paese democratico e civile, in cui la civiltà si misuri soprattutto dal livello dello stato sociale.