Istat. La povertà in Italia pari al 10.8%

L’Istituto nazionale di statistica comunica i dati relativi alla povertà relativa e assoluta delle famiglie residenti in Italia, sulla base delle informazioni desumibili dall’indagine sui consumi, condotta nel corso del 2009 su un campione di circa 23 mila famiglie.

Nel 2009 l’incidenza della povertà relativa è pari al 10,8%, mentre quella della povertà assoluta risulta del 4,7%. Tenuto conto dell’errore campionario, la povertà risulta stabile rispetto al 2008. Nel 2009, il Mezzogiorno conferma gli elevati livelli di incidenza della povertà raggiunti nel 2008 (22,7% per la relativa, 7,7% per l’assoluta) e mostra un aumento del valore dell’intensità della povertà assoluta (dal 17,3% al 18,8%), dovuto al fatto che il numero di famiglie assolutamente povere è rimasto pressoché identico, ma le loro condizioni medie sono peggiorate.

L’incidenza di povertà assoluta aumenta, tra il 2008 e il 2009, per le famiglie con persona di riferimento operaia, (dal 5,9% al 6,9%), mentre l’incidenza di povertà relativa, per tali famiglie, aumenta solo nel Centro (dal 7,9% all’11,3%).

L’incidenza diminuisce, invece, a livello nazionale, tra le famiglie con a capo un lavoratore in proprio (dall’11,2% all’8,7% per la povertà relativa, dal 4,5% al 3,0% per l’assoluta), più concentrate al Nord rispetto al 2008.

P3, Csm avvia procedura trasferimento giudice Marra

ROMA (Reuters) – All’indomani della richiesta di dimissioni dell’Anm ai magistrati coinvolti nella vicenda della cosiddetta “P3”, la prima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura ha aperto oggi una procedura di trasferimento di ufficio per incompatibilità ambientale nei confronti di Alfonso Marra, presidente della Corte d’Appello di Milano, il cui nome era comparso in alcune intercettazioni dell’inchiesta su presunti illeciti in appalti per l’eolico.

Lo riferisce una fonte giudiziaria.

La decisione è stata assunta con quattro voti a favore e il parere contrario del membro laico del Csm ed ex parlamentare di An Gianfranco Anedda, dice la fonte.

“Sono contento per l’apertura del procedimento del Csm perchè cosi si chiarirà la mia posizione”, ha detto Marra a Milano parlanco coi giornalisti.

Ieri, per la stessa vicenda relativa al presunto comitato d’affari segreto che avrebbe fatto capo tra gli altri all’imprenditore Flavio Carboni — il cui nome è apparso negli ultimi 30 anni in varie inchieste su trame eversive, anche se è stato recentemente assolto dall’accusa di aver partecipato all’omicidio del banchiere Roberto Calvi — si è dimesso il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, indagato tra l’altro per associazione segreta.

Oltre a Marra, tra i magistrati coinvolti — ma non indagati — nella vicenda ci sono Antonio Martone, presidente della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche, e Arcibaldo Miller, capo degli ispettori del ministero della Giustizia.

Dimissioni di Cosentino: Il principio della fine.

Cosentinolegge bavaglio.jpg si è dimesso. In passato i suoi amici del Pdl, Berlusconi in testa, l’hanno difeso contro tutto e contro tutti. Da qualche giorno la sua presenza è diventata imbarazzante, soprattutto da quando sono emerse notizie della creazione artificiosa di dossier infamanti contro Caldoro, governatore della Campania e suo compagno di partito. Dopo i gravi capi d’accusa che già pendevano sulla sua testa, ora è implicato per gli appalti dell’eolio, filone che vede implicati altri pezzi da novanta come Verdini e Dell’Utri.

In un breve periodo hanno dovuto lasciare gl’ incarichi di governo gli ex ministri Scajola e Brancher (recordman di durata breve: cinque giorni), ora Cosentino, sottosegretario del governo Berlusconi. Bertolaso è da tempo nell’occhio del ciclone. Peggio ancora è messo nientemeno che il vicecoordinatore nazionale del partito Denis Verdini, la cui giornata deve corrispondere almeno a 48 ore, considerate tutte le vicende che lo vedono protagonista. Appalti, G8, Eolico, P3. Di recente il senatore Dell’Utri ha portato a casa una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e qualcuno nel suo partito ha festeggiato perché si temeva di peggio.

Berlusconi prova a minimizzare, ma di fronte a questa realtà non gli basteranno più le comparsate nei TG amici. Ci sono tutti i segni propri di una fine impero, come e forse peggio del 1993.

 

Auto blu: Costano 4 miliardi di euro all’anno.

Roma, 14 lug. (Adnkronos/Ign) – Per le auto blu in dotazione alla Pubblica amministrazione, tra auto ad uso esclusivo per le Alte cariche dello Stato e i politici, auto per alti funzionari e dirigenti della Pa ed auto di servizio, circa 90 mila, il costo complessivo e’ di 4 mld di euro all’anno: 1 mld per consumi, manutenzione e assicurazione e noleggi, e 3 mld circa per il personale addetto al parco auto. A dare le cifre e’ il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta che oggi a Palazzo Vidoni, ha fatto il punto del censimento delle ‘auto blu’ in un’ottica di prossimi tagli dei costi.

Il ministro ha commentato che ”e’ una cifra enorme, che tende a salire: con 4 mld si rinnova un contratto di lavoro nel pubblico impiego. In gran parte si tratta di costi del personale, 60mila tra autisti e personale addetto alla manutenzione”. Inoltre, Brunetta ha specificato i costi annui per ogni auto blu. In particolare, si arriva ”a quasi 150mila (142mila) per un’auto ‘blu blu’ per politici e alte cariche dello Stato, auto in dotazione esclusiva che hanno bisogno di 2-3 autisti. Inoltre, un’auto ‘blu’ costa da 90 a 100mila euro all’anno, mentre un’auto ‘grigia’, senza autista, tra i 18 e i 20mila”.

Il ministro ha anche aggiunto che ”si puo’ spendere la meta’ senza togliere la funzionalita’. Non ho un’ottica distruttiva, credo che le auto blu servano ma in maniera razionale. Questa e’ la prima stima del fenomeno che viene fatta”, ha detto nel presentare quindi l’aggiornamento del censimento che aveva visto una prima comunicazione il 25 giugno scorso. Rispetto alla precedente rilevazione, il numero delle auto blu viene confermato a circa 90mila, tra le diverse specifiche di auto ‘blu blu’, auto semplicemente ‘blu’ e auto ‘grige’ (di servizio), escluse tutte quelle in dotazione ai servizi di polizia urbana e le auto con targhe speciali.

I dati forniti dal ministro Brunetta sono piu’ completi con il 35% degli enti rispondenti, rispetto al 24% del precedente monitoraggio: puo’ essere considerato pero’ gia’ un buon 50% dell’universo auto blu visto che hanno risposto la maggiorparte delle amministrazioni centrali.

Il “costo grosso” delle auto blu, ha aggiunto Brunetta, “riguarda gli autisti”. E’ questo il vero tema: “Sono 60mila persone che invece di produrre servizi vengono utilizzati per portare in giro politici e burocrati, questo mi turba un po’; preferirei che producessero beni e servizi. Certo, se un direttore di carcere utilizza una guardia carceraria mi sta bene ma ci vuole trasparenza perche’ ci aiuta a capire”.

Il ministro per la Pubblica amministrazione si e’ anche riservato di indicare eventuali azioni e ipotesi di delibera per tagliare i costi delle auto blu a fine mese, quando il monitoraggio sara’ ancora piu’ complesso, ipotizzando comunque nel frattempo che le prossime misure potrebbero riguardare una diminuzione del 30% del personale impegnato (stimato in 60mila dipendenti tra autisti, addetti al parco auto e manutenzione) con risparmi graduali quantificabili in circa 900 milioni di euro.

Brunetta inoltre ha riferito di avere inoltrato il censimento delle auto blu anche al presidente della Repubblica, al presidente della Camera e del Senato e a tutti gli organi costituzionali e di rilievo costituzionale ricevendo “ampie risposte positive e rassicurazioni al punto che conto, a fine mese, di avere tutte le auto blu degli organi di rilievo costituzionale”. Infine, Brunetta ha detto di aver concesso ancora qualche piccola proroga a chi non ha ancora risposto ma che poi “manderemo gli ispettori”.

Mercoledì alla Camera Mozione Sfiducia Cosentino

ROMA – Ansa. 14.07.2010  L’Aula della Camera esaminera’ la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino
(Pdl) presentata da Pd, Idv e Udc tra il mercoledi’ sera e il giovedi’ mattina della prossima settimana, e comunque dopo la discussione sul decreto legge di proroga delle missioni militari all’estero: lo ha deciso il presidente della Camera Gianfranco Fini accogliendo la richiesta dell’opposizione. Dura la reazione della maggioranza: ”La decisione di Fini e’ grave perche’ contrasta con la maggioranza del Parlamento”, ha detto il capogruppo della Lega Marco Reguzzoni, mentre Fabrizio Cicchitto ha manifestato ”netto dissenso sulla calendarizzazione”.

Fabio Granata: Espelleteci tutti

bandiera_italiana.jpgConoscete Mauro La Mantia? Io lo conosco da 16 anni. Lo ricordo adolescente, con il megafono, alla prima fiaccolata per Paolo Borsellino. Ne ho poi seguito le lotte studentesche e universitarie, la crescita politica fatta di sacrificio e militanza, fino al meritato riconoscimento del coordinamento dei nostri giovani in Sicilia, protagonista insieme a Carolina e tanti altri ragazzi siciliani di quella trama di lotte e memorie che ancora oggi ricorda ai palermitani che è meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino. Mauro non appartiene a Generazione Italia. Non è ”finiano”… ma è bastata un parola di condanna e indignazione contro il nuovo processo di beatificazione del mafioso Mangano dal pulpito di una condanna a 7 anni per associazione mafiosa a farlo mettere in croce.

Personalmente ero un po’ diffidente, lo confesso, verso Giulia Bongiorno. Per me, cresciuto nella temperie di quelle lotte e di quell’impegno, essere stata l’avvocato di Giulio Andreotti rappresentava elemento di perplessità. Poi via via ne ho apprezzato la straordinaria preparazione giuridica affiancata ad una sensibilità politica invidiabile.

Giulia non era cresciuta certamente con qualche forma di sudditanza verso la magistratura ma una conduzione improntata alla legalità repubblicana della Commissione Giustizia della Camera è stato elemento sufficiente a farla etichettare come “una pericolosa giustizialista” da eliminare.

Italo Bocchino lo ricordo dalla stagione del Fuan. Ho sempre avuto molta simpatia nei suoi confronti anche, e forse, perché portatore di una antropologia e di una cultura politica molto diversa dalla mia. Italo ha sempre rappresentato una visione moderata e conservatrice della destra italiana, brillante braccio destro di Pinuccio Tatarella, ministro dell’armonia, ai nostri occhi di militanti della sinistra interna era quasi un democristiano. Da quando, con la sua sagacia comunicativa, reclama legalità e trasparenza ai vertici del Pdl, è diventato tout court un pericolosissimo megafono delle Procure.

Beppe Pisanu, grande allievo di Aldo Moro e straordinario Ministro degli Interni del precedente Governo Berlusconi, ha osato far ridiventare la Commissione parlamentare Antimafia, Commissione parlamentare Antimafia e cioè un organismo che si occupa e preoccupa del rapporto mafia politica e… apriti cielo.

Quando poi temerariamente ha rilanciato la volontà politica di verità e giustizia sulle stragi del 92 e sulla trattativa Stato-mafia, è diventato seduta stante un torbido congiurato portatore di un progetto di ribaltamento della volontà popolare.

Angela Napoli, sapiente ed equilibrata parlamentare calabrese, era molto stimata per la sua competenza su scuola e pubblica istruzione, ma non appena si è schierata senza se e senza ma contro tutte le mafie e ha iniziato a denunciare l’infiltrazione mafiosa nella politica calabrese, è stata catalogata come pericolosa nemica del centrodestra.

Di Flavia Perina e dei miei amici siciliani Briguglio, Lo Presti e Scalia ho quasi pudore a parlarne, poiché oramai definitivamente ascritti alla categoria dei sovversivi o peggio.

Per il rispetto e l’affetto che ne ho, e per non offendere l’intelligenza di chi legge, ritengo inutile parlare di Gianfranco Fini e dei motivi che ne hanno causato la “caduta in disgrazia” agli occhi di Berlusconi e soprattutto dei berluschini e dei tanti che da lui hanno avuto tutto ma, sulla via di Damasco, hanno avuto un illuminazione e ne hanno finalmente scoperto la pericolosissima indole deviazionista e di sinistra, atea e forse massonica.

Per i vertici del Pdl, la questione morale non esiste e il problema gravissimo e non più eludibile siamo diventati noi piuttosto che il quadro torbido di affari, logge, dossieraggi e associazioni a delinquere semplici, segrete o mafiose che emerge.

Noi che  parliamo delle inchieste e non chi delle inchieste è assoluto protagonista, in un girone dantesco che oscilla tra banda del buco e Romanzo Criminale.

Allora, se siamo a questo, provate ad espellerci. Espelleteci tutti: per antimafia e difesa della legalità.

Fabio Granata

Caso Cosentino. Berlusconi: fuori dal Pdl chi vota contro

ROMA – Ansa. 13.7.2010. Chiunque votasse una mozione di sfiducia dell’opposizione per chiedere le dimissioni di esponenti di governo a seguito di indagini ancora in corso, si porrà automaticamente fuori dal Pdl e dalla maggioranza. Questa la linea che il premier, secondo quanto riferito da diverse fonti del centrodestra, avrebbe dettato ai vertici del partito dopo che il ‘finiano’ Bocchino ha chiesto al Pdl di ”valutare” le mozioni dell’opposizione.

I finiani infatti avevano ribadito in giornata la richiesta di dimissioni del sottosegretario Nicola Cosentino: se queste non dovessero arrivare ”valuteranno” le eventuali mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni, benché essi non vogliano votare in dissenso dal gruppo del Pdl. Lo ha detto Italo Bocchino, parlando con i cronisti alla Camera.

Pd e Idv hanno annunciato mozioni di sfiducia ai sottosegretari Cosentino e Caliendo coinvolti nell’inchiesta

DI PIETRO, OGGI MOZIONE SFIDUCIA PER COSENTINO – ”L’Idv ha depositato oggi alla Camera una mozione in cui il Parlamento impegna il Governo a rimuovere il sottosegretario Cosentino perche’ ha un mandato d’arresto per contiguita’ alla Camorra e perche’ indagato per la costituzione di un’associazione segreta”. Cosi’ il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, a margine di una conferenza per la presentazione di alcuni quesiti referendari, oggi in via del Corso a Roma.

La mozione di sfiducia per il sottosegretario Cosentino, depositata alla Camera, sarà presentata nel pomeriggio, intorno alle 17,00. In sostanza, spiega Di Pietro, ”chiediamo al governo se ritiene di dover chiedere le dimissioni di Cosentino”. Si tratta, prosegue, di ”una mozione ordinaria perché relativa a un sottosegretario e poi perché vogliamo che i parlamentari votino e si assumino ognuno la propria responsabilità” oppure dimostrino ”se vogliono rimanere supini”. Vogliamo, spiega Di Pietro, ”capire chi ci fa e chi c’è” e vedere se ”i parlamentari vogliono ancora una persona con queste ombre”.
ROMA – Anche il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario all’economia Nicola Cosentino sono indagati a Roma nell’ambito dell’inchiesta sulla cosidetta P3 nata da uno stralcio dell’indagine degli appalti sull’eolico in Sardegna. Dell’Utri e Cosentino sono accusati di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulla costituzione delle associazioni segrete

TENSIONE NEL PDL SU CASO VERDINI – Intanto e’ scontro nel Pdl sul ‘caso Verdini’. Il finiano Italo Bocchino, parlando di nuove intercettazioni, torna a sollecitare le dimissioni del coordinatore, indagato con l’imprenditore Carboni ed altri per associazione segreta, una sorta di P3, che avrebbe tentato di esercitare pressioni per favorire nomine di magistrati o di condizionare i giudici della Consulta sul lodo Alfano. Una “dichiarazioni di gravità inaudita”, replicano Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto: ‘Se Bocchino sa parli’. Ma l’esponente finiano replica “nessun mistero” basta guardare l’ordinanza di custodia cautelare”. 
Per l’inchiesta sugli appalti dell’eolico in Sardegna intanto, il legale del governatore Cappellacci ha chiesto un rinvio dell’interrogatorio fissato per domani.

CARBONI TENTO’ DI AVVICINARE I PM DELL’INCHIESTA G8 – Gli arrestati dalla Procura di Roma, nell’ambito dell’inchiesta stralcio sugli appalti per l’eolico, l’imprenditore Flavio Carboni, l’ex esponente della Dc campana, Pasquale Lombardi e l’imprenditore napoletano, Arcangelo Martino, intendevano avvicinare anche i magistrati di Firenze che indagavano sul G8 e sugli altri eventi affidati alla Protezione civile. Il dato emerge dall’ordinanza dei provvedimenti di custodia cautelare emessa dalla procura capitolina.
ANM, QUADRO DI INQUINAMENTO PREOCCUPANTE – “Sono vicende che al di là del merito danno un quadro di inquinamento preoccupante e quindi non può che preoccuparci e riproporre in modo forte il tema della questione morale all’interno della magistratura”. E’ il commento di Luca Palamara, presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati, agli sviluppo dell’inchiesta della procura di Roma che coinvolge Denis Verdini e Flavio Carboni e sulle pressioni esercitate per favorire la nomina di determinati magistrati in ruoli delicati o di condizionare i giudici della Consulta nel voto sul lodo Alfano. “Il tema della questione morale – ha detto Palamara a margine di un convegno del Csm – va di pari passo con quello della scelta dei dirigenti che deve essere ancorata come non mai al merito e svincolata da logiche di appartenenza”. Su questi argomenti l’Anm vuole “chiarezza e nettezza di posizioni”. “La magistratura che noi vogliamo – ha spiegato Palamara – non può permettersi di avere al suo interno situazioni di opacità anche quando queste riguardano le nomine di importanti uffici direttivi”. Per intervenire, secondo il presidente dell’Anm, bisogna “attivare i meccanismo preposti: Ora c’é un’indagine in corso, bisognerà vedere e valutare il coinvolgimento delle persone e gli organi competenti dovranno accertare con tempestività e rigore quanto è accaduto. Il ruolo dell’Anm deve essere chiaro e netto di presa di distanza da queste situazioni per affermare il modello di un magistrato ispirato ad integrità ed indipendenza e su questa strada non arretreremo di un millimetro perché ci giochiamo il futuro della magistratura”.

BONDI-CICCHITTO, BOCCHINO SE SA PARLI – “La dichiarazione dell’On. Bocchino di essere a conoscenza dei verbali di intercettazioni riguardanti indagini giudiziarie in corso, che secondo lui saranno pubblicate a breve sui mezzi di comunicazione, secondo il mal costume in voga nel nostro Paese, è di una gravità inaudita”. Lo affermano in una nota congiunta Sandro Bondi, vice coordinatore del Pdl, e Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, su quanto affermato da Italo Bocchino, secondo il quale Denis Verdini “sarà costretto a dimettersi” quando “emergeranno le intercettazioni che hanno portato a indagare lo stesso Verdini”. “A questo punto – puntualizzano – l’On. Bocchino ha l’obbligo di riferire come sia giunto in possesso di tali verbali, in che modo e attraverso quali canali. Questa vicenda dimostra a quale livello di degrado e di spregiudicatezza giungano alcuni esponenti politici. Inoltre rivela, se fosse confermata, l’intreccio perverso non solo tra una parte della magistratura e il mondo dell’informazione, ma anche tra ambienti giudiziari e esponenti politici, che utilizzano notizie coperte da segreto istruttorio come strumento di lotta politica. Si tratta di una vicenda dai contorni gravi e oscuri, che ci auguriamo sia chiarita sia dal punto di vista giudiziario che politico”.

BOCCHINO A BONDI-CICCHITTO, NESSUN MISTERO – “Gli amici Bondi e Cicchitto possono star tranquilli che non c’é alcun complotto in giro, né misteri”: lo afferma Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl e presidente di Generazione Italia. “Quando ho parlato di atti che a mio giudizio porranno un problema di opportunità politica a Berlusconi sul caso Verdini, mi riferivo semplicemente all’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Carboni e soci, documento in possesso di tutte le redazioni dei giornali. A pagina 50 si parla di un’informativa dei carabinieri di duemila pagine con allegate altre 4000 pagine di atti e documenti, gran parte intercettazioni. Sempre a pagina 50 c’é scritto che il pm allo stato ha formalizzato richieste solo per il reato associativo e non per i delitti-fine quali corruzione, abuso d’ufficio e altro, chiarendo a pagina quattro di aver utilizzato soltanto le telefonate con parlamentari necessarie a sostenere la misura nei confronti degli altri indagati. Tutto chiaro e limpido pertanto – conclude – senza alcun mistero”.

CAPPELLACCI, CHIESTO RINVIO INTERROGATORIO CAGLIARI – L’avv. Guido Manca Bitti, difensore del presidente della Regione autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci, ha formalizzato stamani la richiesta di rinvio dell’interrogatorio originariamente fissato dai magistrati della Procura di Roma per domani alle 18. All’origine del rinvio un’esigenza professionale dell’avv. Manca Bitti che domani sarà impegnato per tutto il giorno in un processo a Cagliari. Nelle prossime ore i magistrati romani comunicheranno al difensore del presidente Cappellacci la nuova data. Il presidente della Regione aveva ricevuto un invito a comparire firmato dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pubblico ministero Rodolfo Sabelli. L’avviso ricevuto da Cappellacci, secondo quanto aveva riferito il difensore, si riferisce “al progetto di realizzazione di impianti eolici in Sardegna” senza fornire i nomi di altre persone coinvolte. Il presidente risulterebbe indagato per abuso d’ufficio e concorso in corruzione.

Intercettazioni. ONU: rivedere il disegno di legge

GINEVRA/MILANO (Reuters) – Il ddl intercettazioni, che arriverà in aula alla Camera alla fine del mese, mette a rischio la libertà di espressione e le indagini sulla corruzione. Lo ha detto oggi Frank La Rue, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione, chiedendo che venga accantonato o rivisto.

La dichiarazione ha lasciato “sorpreso e sconcertato” il ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha detto che prima di fare “interventi del genere” le proposte legislative andrebbero lette.

“Queste disposizioni potrebbero impedire ai giornalisti di fare giornalismo investigativo in campi di interesse pubblico, come la corruzione, data l’eccessiva durata dei processi in Italia”, ha detto La Rue in una nota, definendo sproporzionate le pene per i giornalisti e gli editori che pubblicano fatti di cronaca giudiziaria ed indagini investigative prima dell’inizio dei processi. “Se adottato nella corrente forma, (il ddl) potrebbe minare l’esercizio del diritto di libertà d’espressione in Italia”.

Il ddl dovrebbe essere approvato entro l’estate, anche se il governo ha detto che la sua ratifica dipenderà dagli emendamenti e che il testo è aperto a modifiche.

“In tutti i Paesi liberali e democratici del mondo non è consentito alla pubblica accusa divulgare prima della sentenza definitiva elementi di indagine che devono restare segreti: questo per la semplice ragione che in democrazia si tutelano anche i diritti degli indagati”, ha detto oggi Frattini ai giornalisti a margine di un convegno a Milano, aggiungendo che “il processo mediatico è una barbarie, non un principio di diritto”.

“In uno stato democratico e liberale quale è l’Italia, il parlamento sovrano decide, e sulle proposte in itinere nessuno deve e può interferire”.

Secondo La Rue, il fatto che il ddl preveda che qualsiasi persona non giornalista professionista, che registri e pubblichi conversazioni senza il consenso delle persone coinvolte possa essere condannata ad un massimo di quattro anni di carcere, violerebbe un trattato internazionale che tutela i diritti civili e politici, che l’Italia ha ratificato.

La Rue ha detto poi di essere pronto a consigliare il governo italiano su come rendere il disegno di legge conforme agli standard internazionali sulla libertà d’espressione, e ha anche aggiunto che spera possa avere l’autorizzazione per fare un viaggio in Italia per esaminare lo stato della libertà di stampa.

Eolico: Indagati Dell’Utri e Cosentino

ANSA)- ROMA, 12 LUG – Il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario Nicola Cosentino sono indagati a Roma nell’inchiesta sulla cosidetta P3. L’indagine nata da uno stralcio dell’inchiesta degli appalti sull’eolico in Sardegna.

Dell’Utri e Cosentino sono accusati di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulla costituzione delle associazioni segrete.