Eolico. Carboni tentò di avvicinare i Pm G8

(ANSA)- ROMA,12 LUG – Gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per l’eolico intendevano avvicinare anche i magistrati di Firenze che indagavano sul G8. Emerge dall’ordinanza di custodia cautelare della procura di Roma nei confronti di Flavio Carboni, dell’ex esponente della Dc campana, Pasquale Lombardi e dell’imprenditore napoletano, Arcangelo Martino. Domani verra’ interrogato a Roma Ignazio Farris, presidente dell’Arpa Sardegna, indagato per concorso in corruzione.

Il Pm sotto scorta: Il ddl intercettazioni corsa a ostacoli contro i criminali

Da Il fatto quotidiano.it

6 luglio 2010

Raffaele Marino è procuratore aggiunto a Torre Annunziata. “Potremo indagare i mafiosi solo per un mese”

“Ogni volta che rileggo questo disegno di legge mi cadono le braccia. Poi faccio un esercizio: provo a scrivere una richiesta di intercettazione sulla base delle nuove norme. Ma non ci riesco: i paletti posti dal legislatore sono tanti e tali che penso che alla fine sarà meglio mettere una pietra sopra sulle intercettazioni e rinunciarci, a cominciare da quelle ambientali, fondamentali per perseguire i reati di criminalità organizzata, racket, usura e spaccio”. Il procuratore aggiunto di Torre Annunziata Raffaele Marino è sconfortato. E non per la lettera infarcita di 7 proiettili e di minacce che la camorra gli ha spedito qualche mese fa, alla quale ha reagito senza fare una piega e proseguendo nell’impegno di sempre. Ma per gli effetti negativi dell’ipotizzata riforma sulle intercettazioni, che a suo dire renderanno il lavoro del pm “una corsa a ostacoli disseminata di trappole che ci impediranno di perseguire i criminali”. Dopo aver trascorso molti anni alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Marino vive sotto scorta e oggi è l’aggiunto di una Procura, guidata da Diego Marmo, che gestisce migliaia di fascicoli per reati di usura e di cessione e traffico di stupefacenti in una delle principali piazze d’Italia della vendita di droga a cielo aperto. Secondo Marino “sono molte le storture di questa legge che il grande pubblico ancora non conosce bene”.

Quali?

“L’istituzione del giudice collegiale per disporre le intercettazioni, ad esempio. Sarà fonte di enormi disagi per le sedi piccole come la nostra Procura. Oggi il pm di Torre Annunziata chiede il permesso di intercettare al Gip di Torre Annunziata. Domani dovrà chiederlo al giudice collegiale di Napoli, tribunale distrettuale competente. E inviare a Napoli tutti, ma proprio tutti, gli atti: è una follia, nemmeno al Riesame è necessario, il pm lì sceglie solo le prove utili, con l’evidente disparità di trattamento che l’intercettazione, una misura che incide di meno sulle libertà personali, necessiterà di garanzie maggiori di una misura cautelare come l’arresto. Inoltre, qualcuno si è chiesto se c’è, e dove si trova, il personale per fotocopiare questa imponente mole di carte, per trasportare i faldoni? Pensi inoltre a quante incompatibilità si creeranno e che ritardi si accumuleranno a causa di una legge che impone il ricorso al giudice collegiale persino per l’acquisizione dei tabulati. Poi vogliamo parlare dei tempi?”.

Parliamone…

“Li hanno ridotti drasticamente e questo è chiaro. Ma non sono nemmeno i 75 giorni di cui leggo sui giornali, in pratica sono molti di meno. Dopo i primi 30 giorni, per continuare a intercettare per altri 15 giorni devo dimostrare che siano emersi nuovi elementi. Se è emersa solo la prova del fatto per il quale indaghiamo, non possiamo chiedere proroghe. Arrivati al 60° giorno, possiamo proseguire per altri 15 giorni solo se esiste il presupposto dell’esigenza di impedire nuovi reati”.

Ma in quel caso non sarebbe meglio chiedere una misura cautelare?

“Certamente. Eppoi dal 75° giorno si prosegue di tre giorni in giorni, ma solo in presenza di ulteriori presupposti, e lascio immaginare l’andirivieni frenetico di cancellieri e impiegati per trasmettere ogni volta le carte al tribunale distrettuale competente. Insomma, questa legge rende il nostro lavoro una corsa a ostacoli all’interno di un imbuto che si restringe ogni giorno di più e che ci consente di indagare sul serio solo il primo mese”.

Cosa altro la preoccupa?

“Le nuove norme sulle intercettazioni ambientali. Siccome ormai tutti hanno imparato a parlare poco al telefono, senza le ambientali sarebbe impossibile portare avanti le più importanti indagini di camorra e di spaccio. Ora vorrebbero autorizzarle solo se nei luoghi dove viene disposta si commette il reato, e solo se quei luoghi appartengono o sono effettivamente in uso agli indagati. Ma se lo spaccio spesso avviene in luoghi pubblici, come ne raccogliamo le prove? Questa legge è un tale groviglio di trappole che forse i pm metteranno una pietra sopra alle intercettazioni e rinunceranno a chiederle, anche perché un giudice potrà sempre trovare un requisito mancante per negarle”.

Così almeno le Procure risparmieranno sulle spese.

“Un’altra bufala. Le intercettazioni costano in media 5 euro al giorno per retribuire le società che le effettuano e per il nolo delle attrezzature, più il costo delle telefonate, che potrebbe essere zero se lo Stato lo stabilisse al momento del rilascio della concessione alle compagnie telefoniche. Senza le intercettazioni, in teoria dovremmo muovere quattro o cinque ufficiali di polizia giudiziaria in più ogni giorno per pedinamenti, appostamenti. Credo che costino qualcosa in più di cinque euro e in assenza di risorse sufficienti, che già ora non sono sufficienti per le attività ordinarie, le indagini non si faranno proprio più”.

Manovra: sale la protesta

ROMA  – Ansa, 07072010  Da farmacisti a disabili, da cultura a difesa: si espande la protesta sulla manovra economica in discussione in Senato e sulla quale ieri il premier Silvio Berlusconi ha annunciato che il governo sta valutando di chiedere la fiducia. Dopo la presentazione da parte del relatore, Antonio Azzollini, di un emendamento che spalma i tagli previsti per il settore farmaceutico su tutta la filiera, toccando anche le aziende del settore, scatta da domani la serrata dei grossisti di farmaci. E saranno dunque sospese le consegne delle medicine in farmacia. Non sono solo gli enti locali, dunque, ad essere sul piede di guerra. Il mondo della cultura è in agitazione con ipotesi di serrate dei musei. Domani in piazza ci saranno i disabili, nonostante le assicurazioni del relatore sulla norma sulla soglia per l’assegno di accompagnamento che dovrebbe essere riportato al 74%. Ecco i ‘dossier’ aperti dalle varie categorie.

– STOP CONSEGNE GROSSISTI DEI FARMACI: Sospeso da domani il servizio di consegna dei medicinali alle farmacie da parte dei grossisti aderenti all’Associazione Distributori Farmaceutici che chiedono di essere sentiti in commissione Bilancio al Senato.

– MEDICI SCRIVONO A NAPOLITANO: Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria e amministrativa in una lettera al Colle e ai presidenti di Camera e Senato denunciano i tagli che rischiano di “distruggere il Servizio Sanitario Nazionale.

– DISABILI IN PIAZZA: Corretta la misura che aumentava a 85 la percentuale per l’assegno di accompagnamento ma le associazioni dei disabili confermano la protesta contro la manovra. Se verranno accolte tutte le nostre richieste, dicono, “potrà trasformarsi in una festa”.

– MONDO CULTURA E AMBIENTE SU PIEDE DI GUERRA: Annunciate da Federculture, proteste che vanno dalla serrata dei musei agli operatori con le fasce a lutto al volantinaggio. Anche il Fai, il Fondo ambiente italiano, aderisce alla protesta, “é folle colpire sempre la cultura”, dice la presidente dell’associazione.

– DURO DOCUMENTO STATO MAGGIORE DIFESA: La denuncia è quella che con i tagli previsti dalla manovra si rischia una “paralisi dell’organizzazione militare”.

– COCER, RISPETTATECI COME MARCEGAGLIA: Il governo abbia con noi la stessa apertura dimostrata con le imprese sulla manovra. Lo ha chiesto il Cocer, Consiglio centrale di rappresentanza dei militari Interforze durante una conferenza stampa autorizzata dal ministro della Difesa Ignazio La Russa e nella quale sono stati criticati i tagli del decreto ai comparti della difesa e della sicurezza.

– MAESTRI MOBILITATI PER ENAM: Protestano le organizzazioni sindacali e le associazioni professionali della scuola a difesa dell’Enam, l’Ente nazionale di assistenza magistrale che potrebbe essere cancellato e accorpato all’Inpdap.

– REGIONI-COMUNI-PROVINCE: I governatori restano sul piede di guerra mentre la commissione Bilancio approva un emendamento che, pur rendendoli flessibili, non incide di fatto sui tagli agli enti locali della manovra. Giovedì le regioni incontreranno il ministro Tremonti in una riunione della Conferenza unificata, ma la loro richiesta era quella di un confronto politico con Berlusconi e dunque restano sulle barricate. Per domani è stata convocata una riunione straordinaria dell’ufficio di presidenza dell’Anc

Brancher e le storie di ordinaria follia

Storie di ordinaria follia: andando indietro con la memoria, non si riesce a individuare nel passato vicino e lontano un caso “modello Brancher”. Un ministro “Non al federalismo”, come qualcuno l’ha definito, costretto a dimettersi due settimane dopo la nomina. La vicenda va oltre la dimensione e la caratteristica del personaggio e investe l’intera compagine governativa. Dalla nomina, alla cerimonia del giuramento, con testimone la strana coppia Tremonti Calderoli, al balletto delle deleghe mai note, allo scivolone del legittimo impedimento e al ritorno al punto di partenza. E’ probabile che qualche politico abbia sopravvalutato se stesso in una sorta di percepita impunità tale da poter sfidare l’opinione pubblica o il comune senso del pudore. E’ andata male non solo per il diretto interessato, sballottato per quindici gironi come un pedalò in mezzo all’oceano. Ne esce con le ossa rotte la classe politica dominante costretta a una misera ritirata, con caduta rovinosa della credibilità residua. Lo stress per l’accavallarsi delle leggi da portare a casa tipo lodo Alfano, legittimo impedimento, intercettazioni ha mandato in tilt lo stato maggiore del governo.

Fiera Nuova: Profondo Rosso nei conti

La Società pubblica che gestisce la Nuova Fiera di via Lunga  ha chiuso l’esercizio con una nuova perdita, portando il deficit totale accumulato a circa 7.000.000 di euro. Non è male, considerato anche il periodo di vacche magre per le finanze pubbliche e per le famiglie italiane. Per fare fronte alla perdita è stata decisa la riduzione del capitale sociale. Non dimentichiamo che la realizzazione del nuovo polo fieristico è costata rilevanti investimenti alle casse degli Enti promotori, vale a dire, Comune, Provincia e Camera di Commercio.  Questo passivo consistente non era certamente quello che si aspettavano i soci pubblici al momento della costituzione della società. Ci aspettiamo una dettagliata analisi delle cause che hanno portato a questo salasso finanziario, al di fuori di ogni discorso in politichese.

Alleghiamo l’articolo pubblicato su L’Eco di  Bergamo:

Fiera nuova in rosso.pdf

 

Il politico ormai rappresenta se stesso.

I dati sulla disoccupazione giovanile (29,2%) rappresentano un situazione drammatica per le famiglie e per le nuove generazioni. Ragazzi che si impegnano nello studio affrontando l’ansia delle varie sessioni di esami che restano addosso per tutta la vita. Genitori disposti ad ogni tipo di sacrificio per preparare i loro figli ad un ruolo adeguato nel mondo del lavo. Bene! Ma quanti dei tanti articoli che leggiamo sui giornali riferiscono di iniziative del governo o delle altre Istituzioni per ridurre le dimensioni di questo dramma che si chiama disoccupazione giovanile? Nessuno, per il semplice motivo che i nostri governanti non se ne fanno un problema. Perché non conoscono  gli affanni dei giovani disoccupati e non ne avvertono i morsi alle caviglie. Nelle loro famiglie non si regsitrano situazioni del genere. E allora, via con il legittimo impedimento, le intercettazioni, il lodo Alfano, il processo breve. A livello locale a far sognare gli amministratori locali è lo stadio nuovo da fa invidia al mondo intero. Avanti così e chissenefraga se i giovani non trovano lavoro, se non riescono a costituire una famiglia e, se ci tentano, la mettono su a loro rischio e pericolo. Questo nel 2010.

Disoccupazione giovanile al 29,2%.

(ANSA) – ROMA, 2 LUG – Il tasso di disoccupazione a maggio e’ fissato all’8,7%, confermandosi stabile per il terzo mese consecutivo. Lo rileva l’Istat. La disoccupazione giovanile (15-24 anni) a maggio e’ salita al 29,2% dal 29,1% di aprile (dato rivisto). Si tratta del dato piu’ elevato dal 2004.

L’aumento rispetto a maggio 2009 e’ di 1,2 punti percentuali. Il numero dei senza lavoro e’ di 2,173 milioni, in calo dello 0,1% rispetto ad aprile e in aumento del 15,5% rispetto ad un anno prima.

Napolitano: Non ascoltati i suggerimenti su priorità manovra finanziaria

Napolitano.jpg Ansa. 01.07.2010 NAPOLITANO, PUNTI CRITICI SONO CHIARI – “I punti critici della legge sulle intercettazioni nel testo approvata dal Senato risultano chiaramente”, ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulla manifestazione di protesta dei giornalisti in corso a Roma. Ha aggiunto che il Quirinale non ha il compito di formulare modifiche e che si riserva una valutazione finale nell’ambito delle prerogative proprie del Capo dello Stato. Giorgio Napolitano ammette che la sua esortazione alle forze politiche a concentrarsi nell’esame e nell’elaborazione della manovra economica non sono state ascoltate. Lo ha ammesso con amarezza durante la conferenza stampa al termine della visita di Stato a Malta. “Anche senza essere monsignor De la Palisse, è evidente che quel consiglio – ha detto – non è stato ascoltato nel momento in cui sono state prese determinate decisioni a maggioranza nella Commissione dei capigruppo. Io non ho l’abitudine di tornare mai sui consigli dati né di esprimere alcun giudizio per dire se siano stati seguiti o sul perché non sono stati seguiti”.