Frodi e reati fiscali: +13% nei primi cinque mesi del 2011.

Roma, 23 giu. (Adnkronos) – La Guardia di Finanza, nelle indagini sulle frodi e i reati fiscali, ha denunciato nei primi 5 mesi del 2011, 5.360 soggetti (13% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). I soggetti sono stati denunciati principalmente per aver utilizzato (1.524) o emesso (826) fatture false o per non aver versato l’Iva (241). Gli arrestati sono stati 108. Ai responsabili dei reati fiscali sono stati sequestrati circa 542 milioni di euro, valore 10 volte superiore a quello del corrispondente periodo del 2010.Sul fronte dell’evasione fiscale internazionale, scoperti redditi non dichiarati per circa 7 miliardi di euro, superiori del 47% rispetto a quelli dello scorso anno. Sotto la lente delle Fiamme Gialle sono finiti principalmente i trasferimenti ‘di comodo’ delle residenze di persone e società nei paradisi fiscali e lo spostamento all’estero di capitali per non pagare le tasse in Italia. Le investigazioni sulle imprese e lavoratori autonomi sconosciuti al Fisco perché non presentano le dichiarazioni annuali (”sommerso d’azienda”) hanno portato all’individuazione di redditi evasi per oltre 11 miliardi di euro, pari al 42% in più rispetto al 2010.Più in generale, l’attività di contrasto all’evasione fiscale ha portato alla individuazione di redditi non dichiarati per oltre 23 miliardi di euro, in linea con il trend dello scorso anno, ed IVA evasa per 5,5 miliardi di euro (+ 64% sul corrispondente periodo del 2010). Sempre piu’ elevato lo standard di qualita’ dei controlli: i verbali della Guardia di Finanza, nel 92 % dei casi, sono stati recepiti dall’ Agenzia delle Entrate per il successivo accertamento. In aumento anche i casi di coloro che aderiscono spontaneamente ai rilievi mossi dai verificatori del Corpo, per importi superiori del 35% rispetto ai primi cinque mesi del 2010.

Saviano e Santoro verso La7

MILANO – Ansa.it  Il programma tv ‘Vieni via con me’, con Fabio Fazio e Roberto Saviano, migra dalla Rai a La7. Ad annunciarlo, con un collegamento telefonico all’evento di presentazione del palinsesto autunnale di La7 a Milano, e’ stato lo stesso Saviano.

”Posso dire che e’ ufficiale – ha detto lo scrittore dialogando con Giovanni Stella, Ad di Telecom Italia Media – che ‘Vieni via con me’, con Fazio, si fara’ su La7”.

STELLA: CON SANTORO TROVATA INTESA DI MASSIMA – La trattativa per portare Michele Santoro a La 7 e’ in corso e, ha rivelato Giovanni Stella, Ad di Telecom Italia Media, ”e’ stata gia’ trovata un’intesa di massima. Spero usciremo presto con l’annuncio e di riuscire a firmare questo contratto”.
 
La trattativa ”non e’ facile perche’ Santoro e’ un volto di pregio e vuole delle tutele sue” ha spiegato Giovanni Stella, Ad di Telecom Italia Media, durante la presentazione a Milano del palinsesto autunnale di La 7. ”Dal punto di vista economico non e’ un problema – ha quindi aggiunto – e’ stata gia’ trovata un’intesa di massima”.
 
SANTORO: COLLABORIAMO CON LA7 PER TROVARE UN’INTESA – ”Da parte nostra c’e’ tutto lo spirito di collaborazione necessario, tendente a trovare un’intesa. Confermo, come avevo gia’ detto in altre circostanze, che non ci sono problemi di tipo economico”. Michele Santoro parla in questi termini all’ANSA della trattativa con La7, dopo che l’ad di Telecom Italia Media Giovanni Stella ha annunciato oggi a Milano che con il giornalista e’ stata trovata ”un’intesa di massima”.
 
”Non abbiamo fatto richieste esagerate ne’ inaccettabili”, spiega Santoro, interpellato dall’ANSA. ”Dobbiamo ora trovare il giusto equilibrio per poter lavorare correttamente e fare il prodotto che vogliamo fare”. Il progetto al quale si lavora e’ quello di un programma sul modello di Annozero, con i necessari aggiornamenti. ”Le mie valutazioni – conclude Santoro – le faro’ alla fine, quando questa storia si sara’ conclusa, in un modo o in un altro”.

L’Economist: Berlusconi ha fregato il Paese.


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L'Economist contro Berlusconi, 'Ha fregato il Paese'

MILANO – Ansa.it ”L’uomo che ha fregato un intero paese”. E’ questo il titolo di copertina dell’Economist in edicola domani dedicato in modo particolare all’Italia ”di Silvio Berlusconi” con uno speciale di 14 pagine e che raffigura in prima pagina il Cavaliere.

”L’Italia ha tutte le cose che le servono per ripartire, quello di cui ha bisogno e’ un cambio politico e di Governo”. Ne e’ convinto John Prideaux, giornalista dell’Economist, che ne ha parlato presentando uno speciale sull’Italia del settimanale in edicola domani. ”Non faro’ l’errore di predire la fine di Berlusconi – racconta -, ma arrivando qui, parlando con le persone si inizia a sentire un’aria nuova, la fine di un’era”. ”L’Italia ha un problema di produttivita’, ha bisogno di alcune riforme. Se guardiamo agli ultimi dieci anni e piu’, dimenticando tutti gli scandali, il ‘Bunga Bunga’, lo scontro con i magistrati, il problema e’ che sotto Berlusconi c’e’ stato un disastro da un punto di vista economico. Berlusconi e’ arrivato al potere con l’idea di essere un imprenditore di successo in grado di fare le riforme economiche, ma poi non le ha fatte’, ha aggiunto. L’analisi del settimanale britannico viene fatta in occasione dell’anniversario dei 150 anni d’Italia e si intitola ‘Oh for a new Risorgimento’ (Per un nuovo Risorgimento).

”Questo rapporto intende sostenere che le cause dell’attuale malessere dell’Italia sono molto piu’ recenti” e non storiche, scrive Prideux nello speciale sul nostro Paese, dopo aver raccontato anche alcune delle contraddizioni emerse in occasione delle celebrazioni dell’unita’. Il divario nord-sud, piu’ che a 150 anni fa, ”risale a un’epoca molto piu’ remota – scrive pero’ tra le altre cose il settimanale -. Se sapeste in che modo una qualsiasi parte del Paese fu governata nel XIV secolo, come comune autonomo, sotto l’autorita’ dello stato papale o da una monarchia del sud, sareste in grado di calcolare con ragionevole certezza la percentuale di persone che andrebbero domani a votare in un referendum”. Il punto e’ pero’ un altro: ”Tra il 2000 e il 2010 la crescita media dell’Italia, misurata in Pil a prezzi costanti e’ stata pari ad appena lo 0,25% su base annua. Di tutti i Paesi del mondo, solo Haiti e Zimbabwe hanno fatto peggio – spiega lo speciale dell’Economist – Sono molti i fattori che hanno contribuito a creare questo fosco quadro. L’Italia e’ diventata un Paese a disagio nel nuovo mondo, timoroso della globalizzazione e dell’immigrazione. Ha adottato un insieme di politiche che discriminano fortemente i giovani a favore degli anziani. Se aggiungiamo una forte avversione alla meritocrazia, ecco perche’ molti giovani talenti decidono di emigrare all’estero”. ”L’Italia non e’ riuscita a innovare le sue istituzione – prosegue – ed e’ indebolita dai continui conflitti d’interesse in campo giudiziario, politico, dei media e finanziario. Questi sono problemi che riguardano la nazione nel suo insieme, non una provincia o un’altra. E questi problemi non sono stati risolti dalla permanenza di Berlusconi a Palazzo Chigi (…). Gli italiani devono dunque smettere di incolpare i morti per le loro difficolta’, devono svegliarsi, magari con una tazzina di quel delizioso caffe’ che solo loro sanno fare cosi’ bene”.

De Magistris: sui rifiuti la prima delibera

 

Il nuovo sindaco di Napoli, dopo aver festeggiato l’intera notte, è andato stamane al Gambrinus a bere un caffè. “Mi ha commosso la telefonata con Napolitano, voltiamo pagina”. Telefonate da Bersani, Fini e dal cardinale Sepe. “La mia prima delibera sarà sui rifiuti”

di CONCHITA SANNINO Repubblica

Primo caffè per il nuovo sindaco Luigi de Magistris, al Gambrinus in piazza Trieste e e Trento. Lo stesso scelto da Giorgio Napolitano quando torna nella sua città. E proprio al presidente della Repubblica de Magistris rivolge il suo pensiero. Lo aveva già sentito ieri, dopo la vittoria: “E’ una telefonata che mi ha commosso – spiega – che mi ha reso felice e che segna anche un superamento di attriti che ci sono stati nel passato, è un modo per voltare pagina”. Poi arrivano, una dopo l’altra, le telefonate del leader del Pd Pierluigi Bersani, del presidente della Camera Gianfranco Fini e del cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, con il quale de Magistris ha in programma una iniziativa stasera in piazza del Plebiscito. Annuncia che la sua prima delibera da sindaco sarà sui rifiuti.

“Cerchiamo di ragionare insieme, ci tengo molto a rafforzare il rapporto con il Pd”, dice de Magistris a Bersani. “Mi ha rivolto gli auguri – racconta il sindaco – ci vedremo presto perchè abbiamo molte cose da mettere a punto. Considero il Pd fondamentale, per il Paese, in questa fase di passaggio. A Napoli dialogherò con il partito. C’è stato un buon rapporto nel secondo turno, mi hanno appoggiato senza chiedermi mai poltrone”. Con Fini de Magistris parla dell’appoggio ricevuto da Raimondo Pasquino, il candidato sindaco del Terzo Polo, che diventerà – ribadisce – presidente del consiglio comunale. Previsto a breve un incontro con Fini.

De Magistris riserva un passaggio anche al sindaco uscente, Rosa Russo Iervolino: “Andrò a trovarla, è una persona perbene, ma ora si cambia completamente pagina”.

Il primo cittadino incontra il prefetto Andrea De Martino. “Conti su di noi”, gli dice De Martino, “sono tornato qui a Napoli e in questi mesi ho visto che se i napoletani sono ben guidati fanno cose eccezionali”. Sicurezza e rifiuti i temi affrontati durante la conversazione. “Io sono una persona che riesce a dialogare – sottolinea De Magistris – e questo è importante in una città piena di conflitti. Mi riferisco a una mediazione verso l’alto, non certo a un compromesso verso il basso”.

In attesa di insediarsi in municipio, cosa che accadrà nei prossimi giorni, dopo la proclamazione ufficiale, de Magistris passa davanti a Palazzo San Giacomo, la sede del Comune, e viene applaudito dai dipendenti affacciati ai balconi. L’ex magistrato annuncia la sua autosospensione dall’Idv: “Mi sembra giusto visto che voglio essere il sindaco di tutti, ma preciso che non si tratta certo di una presa di distanza dal partito né da Di Pietro con il quale avevamo e abbiamo un legame forte”.

Arroganza a reti unificate

L’arroganza a reti unificate

Cinque interviste Tv “comandate” da Berlusconi per fare propaganda elettorale. Giornalisti in ginocchio e Authority troppo occupata per intervenire. Una brutta pagina per l’Italia.

21/05/2011 Famiglia Cristiana

I giornali avversari avevano fatto un cauto pronostico: vedrete che Berlusconi, dopo il lungo silenzio postelettorale, tornerà a farsi vivo. Forse una conferenza stampa, forse un’intervista in Tv. Una sola, ritenevano; nessuno immaginava che potesse farne cinque in un colpo solo, non perché i giornalisti le avessero implorate ma perché è stato lui a imporle. Un primo pacchetto ai tre Tg di Mediaset, che sono cosa sua sebbene Berlusconi sostenga da sempre di non interessarsi alle sue aziende, almeno in prima persona. Evidentemente ci sono altre persone cui basta ricevere una telefonata, pronte a obbedir tacendo. Poi i due maggiori Tg della Rai, primo e secondo: e qui il discorso, già parecchio delicato, ulteriormente si complica.     

     Esiste una AgCom che dovrebbe fissare le regole della comunicazione e, in caso di irregolarità, punire gli inadempienti. Già il fatto che il premier irrompa nella campagna per Milano e Napoli usando le reti di sua proprietà dovrebbe far ricordare che c’è un piccolo inciampo, chiamato conflitto di interessi. Ma tutti zitti. E lo stesso, ciò che è peggio, per le reti a canone. Pare che la Commissione debba riunirsi mercoledi prossimo, lasciando che nel frattempo Berlusconi faccia altri monologhi davanti a reverenti cronisti. Nessuno dei quali, superfluo notarlo, si è sognato fin qui di avanzare contestazioni o anche semplici obiezioni. 

     Ora non è da dubitare che i membri dell’AgCom siano carichi di incombenze private, tanto da dover rinviare una riunione di interesse pubblico. Ma se ritengono di poter attendere mercoledi, tanto vale posporre a giugno o luglio; tanto i buoi sono già scappati.

       L’imposizione del primo ministro e l’acquiescenza delle reti pubbliche hanno suscitato violente reazioni, che oggi riempiono i giornali: dall’illegalità al paragone con la Bielorussia. Superfluo citarle per esteso. E’ da chiedersi piuttosto quale effetto avranno queste esternazioni a reti unificate, non tanto per il loro contenuto quanto per la linea padronale che esprimono. Di nuovo o inatteso, Berlusconi non ha detto nulla. Al più si è maggiormente avvicinato a Bossi per la faccenda della Grande Moschea, degli zingari incombenti e della sinistra inaffidabile. Copione conosciuto.        

     Che ciò serva per i ballottaggi, o dia esito negativo, è tutto da vedere. Sembrava che il premier fosse stato colpito dai commenti dopo il voto, dove si giudicava assai più dannoso che proficuo l’avere impostato un referendum sulla sua persona. Evidentemente non è così. Se prima aveva “mostrato la faccia” in singoli comizi, adesso siamo ad una carica di tipo alluvionale. E condotta non su iniziativa dei singoli Tg ma, ripetiamo, convocando d’autorità le redazioni private e pubbliche.    

     Qualcuno troverà che si tratta di un giusto contraltare ai Santoro, Floris e sinistra assortita, visti dal premier, ed anche dal suo elettorato, come il fumo negli occhi. Altri baseranno il loro giudizio sull’arroganza del potere, che da noi è raramente premiata ma non demorde. E chissà come saranno accolti i tre ministeri in regalo elettorale, due a Milano, secondo le indiscrezioni, e uno a Napoli.     

     Comunque, non c’è che da aspettare. Per il momento, senza bisogno di attese, sono state scritte due brutte pagine: una da un primo ministro e proprietario di televisioni che si arroga prerogative inaccessibili agli avversari politici; l’altra da un giornalismo Tv che non tiene dritta la schiena ma si genuflette.  

Giorgio Vecchiato

Ruby: Camera di Consiglio fissata per il 6 Luglio.

ROMA (Reuters) – La Corte Costituzionale ha fissato per il prossimo 6 luglio la Camera di consiglio per decidere sul ricorso per conflitto di attribuzione sollevato dalla Camera dei deputati nei confronti dei magistrati di Milano per il caso Ruby. Lo riferiscono fonti giudiziarie.

 

Il relatore della causa, riferiscono le fonti, sarà il giudice Giuseppe Tesauro. Se il ricorso dovesse essere giudicato ammissibile, la decisione nel merito non ci sarebbe prima dell’autunno prossimo.

 

Lo scorso 5 aprile la Camera ha deciso di sollevare il conflitto di attribuzione con una maggioranza di 12 voti, con il centrodestra che allora ha fatto passare a Montecitorio il suo punto di vista, cioè che uno dei due reati contestati al premier nel processo Ruby, la concussione, sia di natura ministeriale e, pertanto, l’inchiesta dovrebbe ricominciare quasi da zero davanti al tribunale dei ministri, annullando buona parte degli atti compiuti finora dai pm e dal gup di Milano, che ha rinviato Berlusconi a giudizio immediato.

 

L’accusa dice che Berlusconi avrebbe avuto rapporti sessuali a pagamento con la giovane marocchina Karima el Mahroug, detta Ruby, quando era minorenne, e che abbia cercato illegittimamente di ottenerne il rilascio dalla questura di Milano, dove era stata fermata per furto, con l’obiettivo di occultare la sua relazione con la ragazza.

 

Il processo per il premier – accusato di concussione e prostituzione minorile – è iniziato lo scorso 6 aprile.

Debacle Pdl, Berlusconi dimezza le preferenze

17 maggio 2011. ansa.it

MILANO – Il Pdl crolla a Milano e tra le macerie finisce anche l’obiettivo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di raggiungere le 52.577 preferenze raccolte nel 2006: il premier si deve accontentare di poco più della metà (27.972), secondo i dati definitivi forniti dall’ufficio elettorale del Comune di Milano. Con il 28,75% dei consensi il più importante partito del centrodestra resta il più votato in città ma è la vittima più illustre del deludente risultato di Letizia Moratti: in un anno ha perso quasi 8 punti (era al 36% alle regionali) e ben 12 dalle scorse comunali quando Fi e An totalizzarono il 40,9%.

Nella gara delle preferenze il vicesindaco Riccardo De Corato resta il secondo più votato (5.786 voti), seguito dal cielllino Carlo Masseroli con 3.406. Deludente invece il risultato di Marco Osnato: il pupillo del ministro La Russa siederà in consiglio comunale ma come nono con appena 1.651 preferenze. Il risultato di De Corato appare ancor più opaco se paragonato a quello del suo eterno rivale, il leghista Matteo Salvini che lo ha distaccato di 4 mila preferenze (8.913).

Del resto l’elettorato del Carroccio ha concentrato tutte le preferenze proprio sull’eurodeputato, visto che il secondo eletto, Max Bastoni, ne ha raggranellate appena 602. Eppure anche la Lega con il suo 9,64% ha poco da gioire: rispetto al 2006 ha sì triplicato i voti (era al 3,8%) ma a Milano è arretrata di cinque punti rispetto alle regionali di un anno fa. Sul fronte opposto, l’architetto Stefano Boeri, sconfitto da Giuliano Pisapia alle primarie, si afferma non solo come il più votato dopo Berlusconi (12.861), ma anche come il candidato che trascina il Pd a un risultato senza precedenti. Con un 28,64% i democratici hanno guadagnato due punti dal 2010 e quasi sei dalle scorse comunali. Dopo Boeri a fare incetta di voti tra i democratici il giovane Pierfrancesco Maran, sponsorizzato da Filippo Penati, l’ex verde Carlo Monguzzi e Pierfrancesco Majorino. Sugli scudi anche Sel (4,7%) e il cartello delle sinistre (3,1%) che confermano i voti presi dall’ala radicale nel 2006 ma a cui si aggiunge la buona performance della lista civica di Pisapia (3,86%). Al palo invece i dipietristi dell’Idv (2,54%) che in un anno perdono a Milano cinque punti e i radicali (1,72%).

Napolitano: No alla rottura della legalità

rainews24.it

“Negli anni degli attentati terroristici, l’Italia corse rischi estremi. Sapemmo uscirne nettamente, pur pagando duri prezzi, e avemmo così la prova di quanto profonde fossero nel nostro popolo le riserve di attaccamento alla libertà, alla legalità, ai principi costituzionali della convivenza democratica, su cui poter contare”. Lo scrive Giorgio Napolitano nell’introduzione del Capo dello Stato, e presidente del Csm, per il volume a cura del Csm ‘Nel loro segno’, che ricorda i 26 magistrati vittime del terrorismo e delle stragi di mafia e che sarà presentato domani.

Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano

 

Roma, 08-05-2011

“Negli anni degli attentati terroristici, l’Italia corse rischi estremi. Sapemmo uscirne nettamente, pur pagando duri prezzi, e avemmo così la prova di quanto profonde fossero nel nostro popolo le riserve di attaccamento alla libertà, alla legalità, ai principi costituzionali della convivenza democratica, su cui poter contare”.

Lo scrive Giorgio Napolitano nell’introduzione del Capo dello Stato, e presidente del Csm, per il volume a cura del Csm ‘Nel loro segno’, che ricorda i 26 magistrati vittime del terrorismo e delle stragi di mafia e che sarà presentato domani, nel corso della cerimonia di celebrazione della ‘Giornata della memoria’ dedicata alle vittime del terrorismo e delle stragi, in programma al Quirinale alle 11. Il volume è aperto anche dalla presentazione del vicepresidente del Csm, Michele Vietti.

Guardia alta su terrorismo politico e mafia
Ebbene, prosegue Napolitano, “quelle riserve vanno accuratamente preservate, ravvivate, e messe in campo contro ogni nuova minaccia nella situazione attuale del Paese e del mondo che ci circonda. E’ infatti necessario tenere sempre alta la guardia sia contro il riattizzarsi di focolai di fanatismo politico e ideologico sia contro l’aggressione mafiosa”.

“No – ricorda il Presidente della Repubblica – alla violenza e alla rottura della legalità in qualsiasi forma: è un imperativo da non trascurare in nessun momento, in funzione della lotta che oggi si combatte, anche con importanti successi, soprattutto contro la criminalità organizzata, ma più in generale – rileva – in funzione di uno sviluppo economico, politico e civile degno delle tradizioni democratiche e del ruolo dell’Italia”.

Rinvio a giudizio per Bertolaso e altri 18 imputati

Roma, 5 mag. (TMNews) – La procura di Perugia ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per 19 imputati nell’ambito dell’inchiesta G8, quella sugli appalti per i cosiddetti “grandi eventi”, tra cui proprio il G8. Tra i 19 imputati ci sono l’ex capo della protezione civile, Guido Bertolaso, e l’allora presidente della commissione per i Lavori pubblici, Angelo Balducci. Tra le altre persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio, Mauro Della Giovampaola e Fabio De Santis, oltre ai costruttori Diego e Daniele Anemone.

OCSE: Aumenta disuguaglianza sociale. Italia tra i peggiori in Europa.